Il primo round va alla Lazio: la Lega ha deciso di posticipare il derby di Roma, decisivo per la qualificazione Champions, a lunedì 25 maggio alle ore 18. Vittoria per il club di Lotito che aveva chiesto il rinvio di un giorno vista la vicinanza della finale di Coppa Italia che si giocherà mercoledì 20 maggio contro la Juve. Scontenti i giallorossi che si erano opposti in maniera plateale. Il match era in programma domenica alle 15.
Uscendo per un attimo fuori dallo stivale italico, e guardandoci attorno calcisticamente parlando, vedremo come in Liga, Ligue 1, Bundesliga ed Eredivisie, già nelle ultime 2, se non addirittura 3 giornate di campionato, tutte le gare si stanno svolgendo alla stessa ora dello stesso giorno. Evitando quindi di falsare motivazioni da mettere in campo per i giocatori e quindi i risultati stessi delle gare che in molti casi decidono una stagione intera. Cosa che, purtroppo, non sta accadendo in Italia dove ormai si è liberi di spostare a piacimento gli orari e i giorni delle gare in programma senza dare minimo peso agli squilibri in chiave classifica che ciò comporta. Partiamo infatti proprio dal Napoli, impegnato nella lotta al 2°-3° posto insieme a Lazio e Roma. In questo turno di campionato sono scese, e scenderanno in campo, addirittura in 3 giorni diversi. A queste considerazioni vanno sicuramente aggiunte le modifiche apportate per “causa di forza maggiore”, dopo la qualificazione in finale di Champions League della Juventus e la conseguente anticipazione della finale di Coppa Italia contro la Lazio, ma sicuramente una soluzione migliore poteva essere trovata. Per non parlare di ciò che accadrà settimana prossima, dove il Napoli che sfiderà la Juve di sabato pomeriggio, con Roma e Lazio pronte ad aspettare un passo falso degli azzurri lunedì, così come deciso dalla Lega Calcio. Stesso discorso anche per la lotta all’Europa League, con ben 5 squadre impegnate in questa lotta che hanno giocato e giocheranno in orari diversi. Insomma, questo finale di stagione rischia di assumere i contorni del solito “teatrino all’italiana”. E per qualcuno Benitez aveva pure torto…