Ultime Calcio Napoli - Era nell'aria, ora è arrivata anche l'ufficialità. Napoli e Genoa non sono più tifoserie gemellate. Neigiorni scorsi la Curva A e B avevano diramato un comunicato che recitava: "Affidiamo a questo comunicato la volontà di interrompere il rapporto di amicizia che ci ha visti legati al popolo genoano per circa 40 anni, ribadendo che questo è l'unico modo di comunicare, universalmente riconosciuto nel nostro mondo e rappresenta, insindacabilmente, la sola voce delle nostre gradinate, prendendo in modo irrevocabile le distanze da precedenti comunicati o dichiarazioni virtuali di singoli che non rappresenteranno MAI il nostro pensiero. 40 anni non si cancellano con un colpo di spugna, ma consapevoli delle reciproche manchevolezze, in ultima la scelta di esporre striscioni per nemici deceduti, ma che tuttavia stavano tendendo un vile agguato (mal riuscito) a dei loro gemellati.Dobbiamo fare i conti con rapporti personali non più estesi ai rispettivi gruppi e avanzare alcune perplessità sul modo di vivere la nostra passione non più univoca e coesa come nei precedenti lustri dove ci accomunavano nemici e valori. Il pezzo di strada fatto insieme non lo rinneghiamo, e non cancelleremo i momenti trascorsi insieme, così come non abbiamo la pretesa che si interrompano i rapporti personali social e cittadini costruiti nel tempo, ma intendiamo congelare il proseguimento di un cammino comune e condiviso visto che sono venuti a mancare i presupposti per una fratellanza riconosciuta nelle rispettive curve". Sembrava una bufala ed invece ora è diventata, purtroppo, una triste realtà.
"Verificata l’autenticità del comunicato di Curva A e Curva B, prendiamo atto del suo contenuto. Il gemellaggio è finito. Onore a tutti gli ultras scomparsi". Sono queste le brevi parole scritte dai gruppi organizzati del Genoa che confermano la rottura del gemellaggio storico con i napoletani. Termina così il più lungo sodalizio tra tifosi del calcio italiano. Tutto nacque nel lontano 1982 con un gol di Faccenda allo stadio san Paolo che salvò i grifoni mandando in B l'odiato Milan.