Tavecchio, Agnelli e l'apertura sulle squadre B
«Non posso dire di non essere contento, le cose positive fanno sempre piacere. Un cambio di indirizzo importante? È una scelta di Agnelli». Dopo un’attenta riflessione maturata con il suo staff, Carlo Tavecchio ha scelto di incassare l’endorsement del n.1 della Juve con moderato entusiasmo: meglio continuare a tessere con discrezione la tela per la propria rielezione, a quattro mesi dal voto in Figc. Il n. 1 Figc, come riporta La Repubblica, ha aperto ai bianconeri sulla riforma dei campionati la riduzione dei club pro’ è un obiettivo condiviso - e sulle squadre B, tema caro ad Agnelli ma ostacolato in Lega. Fin qui l’unico piano è stato sviluppato, non approvato, dalla Lega Pro e riserverebbe un numero limitato di posti ai migliori club di A, quelli con licenza Uefa, per schierare in terza serie le loro squadre B e far maturare i giovani in un campionato più competitivo della Primavera. Ieri alla Camera, Tavecchio ha presentato il conto economico del calcio italiano, con dati inediti sull’universo dei dilettanti (1,3 milioni di tesserati): le 13mila società avrebbero una perdita media annua di appena 500 euro. Indagine svolta a campione (1000 squadre interpellate, 500 hanno risposto in modo completo). «Il calcio italiano vale il 12% del Pil del calcio mondiale», ha evidenziato il dg Uva.
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