Tra lo stadio Pier Luigi Penzo e quello Ennio Tardini ci sono 256 chilometri di distanza. Il Parma, per valore rosa, non è il Venezia ma entrambe hanno mandato in tilt il partito delle certezze. Quello formato da chi, sulla carta, si è riempito la bocca parlando di calendario agevole con tanto di tabelline con punti. Dopo il pari del Napoli a Venezia, è dilagato il pessimismo generale. Sembrava quasi che lo scudetto fosse già sulle maglie dell’Inter perché, sempre per il partito delle certezze, i nerazzurri non potevano perdere punti in quanto Udinese prima e Parma poi sarebbero state gare archiviate quasi in scioltezza.
Al netto delle aspettative di Bologna-Napoli, la partita di Parma ha dato una lezione sia alla sponda napoletana che interista. Se non stai sul pezzo per 95’ rischi di incartarti di brutto. Al Napoli è successo più di una volta, l’Inter vista in queste ultime settimane sembra avere lo stesso andazzo. Quasi come se nessuno volesse davvero fare qualcosa in concreto per vincere davvero lo scudetto.
Allo stadio Dall’Ara non bisognerà soffrire d’ansia da prestazione. Il destino ha regalato al Napoli un’occasione per rimettere in discussione tutto. Perfino le certezze di chi parlava di campionato chiuso poco prima della sosta per le nazionali. Ogni gara va sempre giocata. Le calcolatrici, le tabelle di marcia, sono roba da provinciali. Non vinci soltanto chiamandoti Napoli o Inter. In campo devi dimostrarlo sempre.
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