Scrive SoFoot.com: "Il calcio è un gioco crudele, lo sappiamo. Questo è uno sport che non offre alcuna ricompensa alla bellezza del gioco, né il miglior attacco del campionato. Nel calcio, per essere il migliore, devi vincere. La Juventus lo sa, ha vinto il suo sesto scudetto consecutivo. Ma il Napoli, non lo sa. I suoi punti sono 94 in campionato, tra cui una cinquantina fuori casa, che la rendono il miglior attacco della Serie A. Nel mese di ottobre, dopo una buona partenza, l'angoscia di perdere un grande attaccante come Milik - che non stava facendo rimpiangere Higuaín - fu unita alla mancanza di efficacia di Manolo Gabbiadini, che non ha mai aderito al istruzioni tattiche per Sarri. Poi Mertens. Dopo un mese di apprendimento, corrispondenti ai peggiori risultati del gioco del Napoli, il numero 14 inizia a integrarsi nel suo nuovo ruolo. Il Napoli da una media di 2,22 gol a partita, con Mertens, si porta a 2,47 a partita.
Fedeltà ai principi e un'identità di calcio sensibile e romantica è, allo stesso tempo, la massima qualità e il più grande fallimento del Napoli. Il terzo posto, ottenuto con 86 punti (record nella storia del club), e qualificarsi al turno preliminare di Champions League sono il prezzo insufficiente dello spettacolo proposto, una sorta di Grande Bellezza come quella raccontata dal regista Paolo Sorrentino, napoletana e sostenitore accanito di questo club".