L'aspirante Milik è già a Castel Volturno: lo manda Lanzaro...

Ventidue gol in campionato Primavera con la maglia del Napoli. Convocazione in Nazionale. Ritiro a Dimaro con gente che sta scrivendo la storia del club in Italia e in Europa. Tante soddisfazioni e gioie, ma non solo. Il faro che adesso illumina la via di Antonio Negro verso il calcio che conta, appena qualche anno fa era una lampadina accesa in un angolo della cucina di casa sua, in cui a 5 anni aveva montato due mini-porte da calcio. Dall'una all'altra, da solo, quando ancora i movimenti non erano sincronizzati perfettamente e costringeva sua madre ad avere sempre gli occhi aperti perchè poteva cadere testa a terra e farsi male. In casa Negro non si respirava calcio. Non è nato in quelle famiglie in cui la domenica si guarda la partita così come si va a messa, come fosse un dogma. Vincenzo, suo padre, era un ciclista. La passione per la bici e il lavoro l'hanno un po' distratto da quella passione che cresceva in suo figlio. Che cresceva ed è cresciuta al punto di diventare un lavoro. Perchè adesso, quel bambino ha 18 anni ed è diventato un calciatore del Napoli, sotto contratto e sponsorizzato dalla Nike. Per diventarlo, però, ha faticato tanto e si è aggrappato alla persona che ha visto il talento sin dal primo calcio: nonno Antonio. Era lui che l'accompagnava alla seduta d'allenamento, da Marcianise (dove abita tutt'ora) ai Camaldoli, tutti i giorni. Antonio doveva vederlo sugli spalti anche durante l'allenamento, solo così si sentiva sicuro. E quando pioveva, il nonno si chiudeva in macchina e lo guardava da lontano. Adesso, nonno Antonio lo guarda in Tv nelle partite di Youth League e piange. Piange d'emozione, e un po' perchè vorrebbe essere ancora sugli spalti a dargli la carica, ma non può più perchè la sedia a rotelle lo tiene bloccato a casa. 

Porta in faccia... o quasi - Aveva 13 anni, Antonio, quando gli si propose l'occasione della vita. Il Napoli stava per prendere dalla scuola calcio di Biagio Lanzaro (vedi immagine) due profili che piacevano più di tutti: Angelo Moretta e Mario Cappelluccio. Mister Biagio, amico dell'allora direttore tecnico del settore giovanile del Napoli, Francesco Barresi, gli segnalò anche Negro. "Prenditelo, provalo che questo è forte": ma niente. Il Napoli non voleva Antonio Negro. Una mezza porta in faccia per un ragazzino che aveva appena compiuto 13 anni. Porta sbattuta soltanto a metà, perchè alla fine mister Lanzaro la spuntò e convinse Barresi a prendere, insieme agli altri due, anche Antonio Negro. Talvolta, ascoltare i consigli non è poi una cattiva idea. Il ragazzino ora è un uomo e corre, tanto. E segna. Tanto. 

Il rendimento della scorsa stagione non poteva non attirare l'attenzione di procuratori sportivi come Marco Sommella e Alessandro Moggi: che già curano gli interessi di Immobile, Ghoulam e Tonelli. Ai microfoni di 'Radio CRC', Sommella ha dichiarato a proposito del ragazzo e di un'eventuale chiamata da parte di Sarri in prima squadra: "Lo seguo da tanti anni, è un ragazzo che ha sempre fatto goal, dai Giovanissimi alla Primavera. E’ da vent’anni che il Napoli non aveva un capocannoniere in Primavera. Deve crescere e deve fare esperienza, ma darei più spazio ai giovani italiani, anche perché quando vengono schierati non fanno brutte figure. Mi auguro che Negro venga aggregato alla prima squadra, fa bene stare a contatto stare coi grandi campioni. In ogni caso c’è stima e considerazione nei confronti di Antonio Negro”.

Alto, fisico asciutto. Perfetto sui calci piazzati e per giocare spalle alla porta: Antonio è senza dubbio un 'aspirante' Milik. Se il Napoli lasciasse Osvaldo alla musica, Klose ai cinesi e Adebayor al doppio whisky, Antonio Negro sarebbe di sicuro il profilo giusto da piazzare almeno in panchina. Così, per tenerlo pronto a far rifiatare Gabbiadini durante il campionato.  

CLICCA SULLE IMMAGINI ALLEGATE PER VEDERE LA FOTOGALLERY