Cosa accade quando un napoletano va a giocare a calcio in una squadra che non è il Napoli? Quali sono le sensazioni? E, soprattutto, cosa accade quando poi arriva la trasferta a Napoli? I familiari, gli amici, sono tutti in tribuna per sostenere te anzichè il Napoli. La pressione diventa insopportabile e, talvolta, l'ansia viene gestita male.
E' il caso di Emanuele Matino. Difensore, classe '98: fa il suo esordio all'Inter Napoli, poi passa alla Puteolana ed ora è in forza alla Primavera del Latina. Nel match al centro sportivo di S.Antimo, contro il Napoli, sugli spalti c'era proprio tutta la famiglia. Tutti ad esaltarlo, tutti a fare il tifo per lui. Per un ragazzino di 17 anni non è sempre facile affrontare certe situazioni. Sui campi della Primavera non c'è molto pubblico, o meglio, non c'è il pubblico del San Paolo. Si sente il rumore dei calci al pallone che sembra di cemento armato, pittosto che di cuoio. Si sentono le voci degli allenatori, dei compagni. Si sentono anche i commenti (non sempre benevoli) provenienti dagli spalti. Li sentono i calciatori, così come li sentono i tifosi. Capita che subisci un fallo, ti fai male e la gente crede che stai fingendo. Capita che ti insultano e... tua mamma, presente allo stadio, li sente. Cosa accade?
La mamma di Emanuele Matino, Maria Improta, non è riuscita a trattenere le parole. Difficile per ogni mamma restare in silenzio se si dice qualcosa di male del figlio. Matino subisce fallo, si fa male, i tifosi del Napoli lo insultano: "Sei ridicolo, alzati!". Maria non ci sta, si alza e... chiede spiegazioni. Emanuele, dal campo, assiste a tutta la scena: riconosce la voce di sua mamma che cerca lo scontro con i tifosi e interviene. Da bordocampo grida: "Mamma, stai zitta!". Maria ammutolisce.
E' difficile gestire certe situazioni, soprattutto quando si hanno appena 17 anni. Soprattutto, quando a provocarti è il tuo popolo. Quando la tifoseria che avresti voluto fosse stata la tua, ti si schiera contro. A fine gara, abbiamo intervistato in esclusiva Maria Improta, la mamma di Emanuele Matino. Appena chiediamo di Emanuele, subito si fa avanti e con un certo orgoglio esordisce: "Sono la mamma". Le chiediamo dell'episodio accaduto pochi minuti prima durante la partita: "Mi sono sentita ferita dalle offese che indirizzavano a mio figlio. Hanno urlato 'spezzagli le gambe'. Si tratta di ragazzi, certe cose non si dicono neanche". Non le si può dare torto, anzi.
Magari, avrebbe dovuto ascoltare il consiglio di Emanuele, che a 17 anni si è rivelato comunque un calciatore con una certa professionalità. Subisce fallo, si fa male, resta zitto e intima sua madre di fare la stessa cosa. Non è semplice gestire certe pressioni, certe emozioni, perchè in fondo si tratta proprio di questo.