Napolè alla Sarri: una prestazione di grande concretezza e precisione, tre punti meritati, un gol per tempo (Insigne-magia prima dell'infortunio più un diagonale di Higuain), l'inutile squillo di Lemina non è servito alla Juve per evitare la terza sconfitta in campionato. I numeri sono inquietanti: una vittoria e due pareggi in sei gare, se l'Inter si aggiudicasse il posticipo contro laFiorentina andrebbe a "più 13". La Juve non ha giocato malissimo, ma è andata in confusione, ha commesso troppi errori banali anche nei fraseggi più semplici. Faranno discutere le scelte di Allegri che, è vero, ha dato finalmente fiducia a Dybala ma rinunciando alla pedina più in forma, quel Cuadrado entrato soltanto con la squadra protesa a recuperare il risultato. Dopo sei giornate la Juve ha perso il totale di partite (tre) che avevano caratterizzato la stagione del quarto scudetto consecutivo, il primo di Allegri. La sensazione, più di una sensazione, è che a parte il cantiere tattico apertissimo la squadra sia in confusione e non abbia la certezze che hanno caratterizzato gli ultimi anni. E anche a livello fisico ci sono molti punti di domanda. Il Napoli ha tenuto bene il campo, capitalizzando il lavoro di Allan e del sorprendente (per chi non lo conosceva...) Hysaj, ha dimostrato di aver fatto progressi nella fase difensiva e sta memorizzando sempre più il teorema di Sarri. Una vittoria così aiuterà non poco per crescere ancora. Ora i problemi, e le tenebre, sono tutti della Juve che si ritufferà il Champions ma ha già compromesso il campionato.