Il processo sulla morte di Diego Armando Maradona continua a suscitare momenti di grande commozione. Uno di questi è stato il racconto di Veronica Ojeda, ex compagna di Maradona e madre di uno dei suoi figli, che ha fornito dettagli sugli ultimi giorni di vita del Pibe. La donna ha accusato l'equipe medica che seguiva Maradona di averlo praticamente "sequestrato".
Nel corso del nono giorno del processo al tribunale di San Isidro, Ojeda, che è stata al fianco di Maradona dal 2005 al 2014 e di nuovo nel 2017 (quando è nato il loro figlio Dieguito Fernando), ha raccontato con le lacrime agli occhi delle condizioni critiche dell'ambiente medico della sua residenza privata a Tigre, dove Maradona stava recuperando da un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa.
Veronica ha descritto l'angoscia di Maradona, raccontando le sue ultime parole: "Sapevo che loro (il suo entourage) lo tenevano prigioniero. Aveva paura di tutto. Quando me ne andavo, mi diceva ‘Portami via’".
L’ultima volta che Ojeda ha visto Maradona è stato due giorni prima della sua morte. La situazione era già grave, e lei ha raccontato che lo trovò in cattive condizioni igieniche e fisiche: "Diego puzzava, non era in buone condizioni. Dove c'era lui c'era odore di pipì e di cacca."
L’ex compagna ha accusato in particolare due dei sette imputati per omicidio colposo: il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. Secondo Ojeda, i due avevano rassicurato la famiglia che sarebbe stato meglio per Maradona recuperare in una residenza, dove le cure sarebbero state simili a quelle ospedaliere. Tuttavia, li ha accusati di aver mentito a tutta la famiglia. Gli imputati negano ogni responsabilità nella morte del campione, ma rischiano pene detentive che vanno da 8 a 25 anni. Il processo è previsto durare fino a luglio, con due udienze a settimana.