La storia di Gionta: il ‘portierino’ scovato a Dimaro che chiese di giocare con Cavani, stasera in panchina col Brugge

Notizie fonte : gianlucadimarzio.com
La storia di Gionta: il ‘portierino’ scovato a Dimaro che chiese di giocare con Cavani, stasera in panchina col Brugge

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Sono tanti anni ormai. Il Napoli e la sua sede del ritiro: un solo nome: Dimaro. Il piccolo centro della Val di Sole ospita la squadra azzurra da quattro anni consecutivi. La prima volta un ragazzino del '97, Alessio Gionta, si faceva largo tra i tifosi per osservare gli allenamenti diretti da Mazzarri. Era la squadra di Lavezzi e Cavani. Il suo idolo era proprio lui, il Matador. "Papà, mi piacerebbe conoscerlo. E pensate che bello sarebbe giocare con lui, anche una volta sola", aveva detto ai genitori. La sua nonna gestisce uno degli hotel di Dimaro, il "Job": di quelli che a luglio diventano la "casa" di tanti tifosi azzurri. Da quelle parti il modo di vivere il calcio a Napoli è diventato ormai di casa. E tanti ragazzini di Dimaro tifano per l'azzurro. Anche Alessio, che di piccolo aveva solo l'età. Per i suoi 14 anni era già un mezzo gigante: giocava in porta sin da bambino. Era già nell'orbita di una società e non faceva altro che aspettare luglio per per vedere da vicino il Napoli, che stava diventando la sua squadra del cuore.Intanto riuscì ad avere una foto con Cavani: nel profilo Facebook era messa in una posizione d'onore al fianco di quella di Benjamin "Benji" Price, il personaggio dei cartoni animati. Ma il suo vero sogno era un altro: fu inserito nella squadra dei rappresentanti dei dilettanti del Trentino, ed ebbe la possibilità di giocare contro il Napoli in una delle prime sgambature della stagione. Il giovane Gionta non passò inosservato ai responsabili del settore giovanile, che subito chiamarono il ragazzo da parte: "Puoi avere un futuro, ma devi trasferirti a Napoli". La risposta fu scontata, ma l'imprevisto fu inaspettato: la società per cui giocava fece problemi per "liberarlo". Il club azzurro non si arrese, e consolò Gionta: "Facciamo così. Resta un altro anno qui in Trentino, quando ti sarai liberato ti aspettiamo", fu la promessa del Napoli. Alessio ha vissuto quell'anno di attesa di corsa: non si perdeva una partita. Ogni giorno a guardare i siti sul Napoli. Non si sentiva ancora un giocatore azzurro, ma aspettava che tornasse luglio per vedere il suo sogno realizzato. La promessa fu mantenuta: l'anno seguente Gionta fu portato in Campania alla fine del ritiro di Dimaro e aggregato prima agli Allievi e in seguito alla Primavera. La sua nuova vita gli piaceva: Dimaro gli mancava, ma tutti i napoletani la conoscono e ne parlano, e questo lo faceva sentire meno solo. La scorsa stagione ha fatto il vice di Contini in Primavera, oggi è il portiere titolare agli ordini di Saurini: lunghe leve, prontezza di riflessi e grande professionalità nonostante i suoi 18 anni. E dalla stretta di mano con Mazzarri e la foto con Cavani è arrivata un'altra immagine che non dimenticherà: su quell'aereo per Bruges c'è anche lui. È di fianco a Negro, l'altro ragazzo della Primavera che Sarri ha aggregato per la trasferta di Europa League. A bordo con Hamsik e gli altri campioni azzurri c'è anche lui: e stavolta non è solo una foto da tenere nel cassetto. Stasera col Brugge in Europa League sarà il terzo portiere e siederà in panchina. Gionta vive la sua realtà come un sogno: tutti gli vogliono bene, Higuain lo saluta. Dimaro, gli amici e la famiglia lo aspetteranno la prossima estate. Al fianco dei campioni, ma stavolta niente foto da tenere su Facebook. Adesso è tutto vero.

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