La storia di Ciciretti: dall'impresa edile col papà al selfie con Totti, suo idolo da sempre

Notizie fonte : gianlucadimarzio.com
La storia di Ciciretti: dall'impresa edile col papà al <i>selfie</i> con Totti, suo idolo da sempre

Il padre l'avrebbe "voluto con sé all'impresa edile". Questione di famiglia: "Mi dava dello scarso, in realtà voleva che lavorassimo insieme". Scherzava, ovviamente. Perché "papà ci è sempre stato". Inseparabili i due. E Amato col pallone ci sapeva fare: "E' un talento straordinario. Ma non è finita, non è ancora completo...". Protagonista della storia: Amato Ciciretti, 23 anni, esterno d'attacco del Benevento di Baroni sui cui il Napoli ha messo gli occhi, incontrando il giocatore e i suoi agenti.

"Ma può fare anche il trequartista, o il centrale di centrocampo!". Duttile e dinamico. Parola di...? Nello di Costanzo, uno dei suoi primi allenatori. Carrarese prima, Messina poi. "Strigliate" e "complimenti". Ora in Serie B. E che prima parte di stagione. Ciciretti è tra i più in forma, ha segnato 3 gol e fornito 5 assist. Di Costanzo aveva già intuito qualcosa: "Non sono sorpreso, anzi", ci aveva raccontato in esclusiva su GianlucaDiMarzio.com. "Me l'aspettavo, già nella Primavera della Roma aveva mostrato le sue capacità". Romano, romanista. Tandem di vita. Campione d'Italia Primavera - stagione 2010/11 - coi vari Florenzi, Barba e Caprari: "Ha un tatuaggio con lo Scudetto", ricorda Di Costanzo col sorriso.

Anche se...è cresciuto nella Lazio! Merito di Volfango Patarca, lo stesso che scoprì Nesta e Di Vaio. Galeotto fu un torneo, ma nel 2004 Bruno Conti lo scippò ai biancocelesti portandolo alla Roma. Facile convincere i genitori: "Ciciretti è figlio di romanisti sfegatati, sanno tutti i cori della curva, quel ragazzo ha la Roma dentro". Allievi, Primavera. Quel sogno di esordire in Serie A. Speranze, aspettative. Infine l'amarezza, dopo tanti prestiti in giro per l'Italia Ciciretti resta svincolato: "Non facevo più al caso loro". Benevento in prima linea, promozione dalla Lega Pro alla Serie B. Presente più che roseo. Ma Di Costanzo rievoca il passato con orgoglio: "L'ho allenato sia a Carrara che a Messina. E' maturato molto, soprattutto caratterialmente. E può farlo ancora eh, i suoi margini di miglioramento sono molto ampi". Carrarese prima tappa, nel 2012: "Era il suo primo anno fuori, lontano da casa e dalla famiglia, aveva bisogno di un po' di esperienza, infatti pagò il salto dalla Primavera ai professionisti". Tempo al tempo però, le qualità ci sono: "Esatto, ci sono sempre state! Prima non era continuo, ora invece sì".

Pregi: "Giocatore intraprendente, imprevedibile, capace di creare superiorità numerica". Caratteristiche: "Dribbling, gran sinistro". E qualche difetto: "Tatticamente non era molto attento, ai tempi doveva migliorare. Ma ora è diverso, lo vedo. Torna anche in difesa". Carattere d'oro, sempre col sorriso sulla labbra. "Il classico romano!". Scherzi, battute. A Benevento lo chiamano "Dragon Ball" per via di quei capelli biondi biondi, chiarissimi. "Era un ragazzo generoso - svela Di Costanzo - i compagni gli volevano bene. Poi non tirava mai indietro la gamba, alla squadra piaceva per questo". Lo chiamavano anche "Cicero". "Era il suo soprannome". E che siparietti con Pestrin: "Erano i due romani della Carrarese, Manolo gli ha fatto da chiocchia. Stavano sempre insieme". Personalità: "Sì, molta. Si faceva dare la palla, non aveva mai paura. Era altruista, faceva (e fa tutt'ora) tanti assist". Elogi: "Furbo, vede il gioco prima degli altri".

Un po' come Totti, suo idolo da sempre. Ovviamente coi paragoni del caso: "Mi ricordo il selfie sotto la curva durante il derby con la Reggina". Fotogrammi che restano, parola di Amato: "L'avevo preparata con Berardi". Anche se..."i reggini mi hanno massacrato per quel gesto". Mai più. Ma Di Costanzo usa toni rassicuranti, niente uscite di testa: "E' corretto, davvero". Qualità, first of all: "Devastante, Auteri l'ha consacrato in quel ruolo di ala destra. Gioca lì, si accentra e colpisce, ha un sinistro velenoso come Lodi, ex Frosinone. Personalmente mi ricorda Guberti, l'ho allenato ad Ascoli. Giocava a sinistra e si accentrava, Ciciretti invece agisce dall'altra parte. Sono molto simili". Obiettivo Serie A: "Mi piacerebbe verdelo lì, può arrivarci". Con tanti saluti all'impresa di papà.

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