Le indagini «hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo». Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni «2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)». Lo si legge nell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che oggi ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista. Tra l’altro, nell’ordinanza si parla dell’attività «di bagarinaggio» sui biglietti con cui i capi della curva nord interista «hanno calcolato di trarre ingenti profitti illeciti».
Per l’ultima finale di Champions dell’Inter dello scorso anno, come emerge dagli atti, i capi curva Marco Ferdico, Andrea Beretta e Antonio Bellocco (ucciso da Beretta il 4 settembre), puntavano su «1.500 biglietti da porre in vendita per la sola curva». Tuttavia, «la società nerazzurra aveva messo a disposizione», si legge ancora, «un quantitativo più esiguo di titoli d’ingresso, corrispondente a 800 biglietti». Pertanto, Ferdico, «consapevole che gli introiti che avrebbe potuto acquisire dall’evento sportivo sarebbero stati ingenti, non aveva esitato ad esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer, ndr) dell’Inter», Claudio Sala, su giornalisti, «su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti-dirigente Inter), sull’allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria». Dagli atti non risultano responsabili o dirigenti dell’Inter indagati. Poi, Ferdico avrebbe minacciato «la possibilità che il tifo organizzato da lui rappresentato, la Curva Nord, potesse decidere di non presenziare e non tifare la squadra, ventilando l’ulteriore eventualità che questo potesse accadere non solo alla finale di Champions ma anche a quella di Coppa Italia che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni».