di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
Ritardi, pubblicità mediatica e pretesti burocratici: tutto fa brodo per mettersi in mostra sul caso stadio San Paolo. L’ennesima pagliacciata è andata in scena ieri dove ,dopo ore di dibattito, la delibera per la convenzione ponte non è stata approvata. A lasciare senza parole è anche l’assenza del sindaco De Magistris al momento della votazione. Non una bella immagine. Questa barzelletta, perché così sembra essere, sta facendo il giro d’Italia e Napoli non può essere ancora una volta presa in giro. Sia chiaro, De Laurentiis deve pagare il giusto per il San Paolo, ma non si faccia dell’ostruzionismo inutile in virtù del fatto che sta per arrivare la campagna elettorale ed il calciomercato per accaparrarsi i voti è già aperto.
La politica si indigna se De Laurentiis apostrofa come cesso il San Paolo, ma questo stato d’animo non è lo stesso quando bisogna entrare gratis allo stadio per vedere giocare Higuain e compagni. Nel teatrino di ieri è stata infatti bocciata la proposta di riduzione da 160 a 60 per quanto riguarda la casta politica che entra allo stadio senza mai pagare. Il provvedimento prevedeva che la differenza di 100 biglietti gratis andasse a favore di bambini napoletani come riportano i colleghi de Il Roma.
Questo episodio è l’ennesima prova che sulla convenzione e sul restyling del San Paolo alcuni soggetti predicano bene, ma razzolano male. Altrove la burocrazia pure c’è, ma a Napoli il tutto è amplificato. Il club azzurro è l’unico club che può usufruire calcisticamente del San Paolo. De Laurentiis è l’unico che vuole investire in un impianto vetusto che ad oggi certamente non vale i 70 milioni che da Palazzo San Giacomo reclamano. A Torino e Udine si sono fatti progetti lampo e non c’è stato alcun ostruzionismo da parte delle amministrazioni locali proprio perché è nell’interesse comune valorizzare un impianto sportivo e la sua area di destinazione. Se il Comune mettesse la stessa verve anche per altri impianti sportivi della città sarebbe lodevole. Il San Paolo deve essere un affare per la città e non un affare personale.
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