Nell’inchiesta milanese spuntano le conversazioni tra Nicolò Fagioli e Pietro Marinoni sul figlio del campione del mondo: “Fare a 17 anni 30mila euro di credito è roba”
Andrea Pirlo avrebbe bloccato i conti del figlio Nicolò che aveva maturato dei debiti giocando con Nicolò Fagioli e altri. Emerge dalle carte dell'inchiesta che ha portato la Procura di Milano a chiedere 5 arresti domiciliari per i presunti organizzatori del giro di scommesse illegali e a indagare una dozzina di calciatori di serie A. Il figlio del campione del mondo, 21 anni, è appena entrato in una squadra di procuratori di calcio.
In una chat tra Pietro Marinoni e Nicolò Fagioli "vengono fatti evidenti riferimenti anche a Nicolò Pirlo, figlio del noto ex calciatore professionista Andrea Pirlo, ora allenatore. Dai messaggi del 7 giugno 2022 tra i due sembrerebbe che anche Nicolò Pirlo effettui le scommesse tramite le piattaforme gestite da de Tommaso de Giacomo". "E' uno di noi" dice a un certo punto Fagioli che poi aggiunge: "E' andato a recupero e suo papà l'ha beccato e gli ha bloccato i conti fino a che non ha compiuto i 18 anni. Ma fare a 17 anni 30 k (30mila, ndr) di credito è roba" commenta il centrocampista della Fiorentina sulle performance al gioco sfortunate del figlio dell'ex azzurro.
Circa 300 mila euro in contanti e poi un milione e 200 mila euro depositati su conti correnti italiani. I militari della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano hanno rintracciato e sequestrato l'intera somma, circa un milione e mezzo, ritenuta profitto o prodotto del reato di riciclaggio tra quelli contestati ai 5 indagati, tra bookmaker e soci della gioielleria Elysium, nell'indagine sul presunto giro di scommesse. La Gdf oltre ai conti intestati sia a Elysium Group sia alle società riconducibili ai 5, ha trovato moltissimo contante, probabilmente parte del recupero crediti dai giocatori, come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, che si erano indebitati a causa delle numerose puntate sui siti di poker virtuale e di altri giochi esclusi quelli legati al calcio. Debiti che avrebbero saldato, oltre che in contanti o con PostePay e Revolut, soprattutto tramite il "metodo Elysium", come lo ha definito nel suo provvedimento la gip Lidia Castellucci. Alla giudice spetterà anche decidere, dopo gli interrogatori preventivi di giovedì prossimo, sulla richiesta di arresti domiciliari per i bookmaker e per i loro coindagati, tutti ritenuti parte del sistema delle ipotizzate scommesse illegali.Sui social Antonio Scinocca, ceo della gioielleria, scrive "Operativi". La gioielleria, ieri chiusa, oggi ha riaperto, segnala Scinocca aggiungendo la parola operativi e un cuoricino. Il ceo della società, pure lei indagata come persona giuridica, è una delle 5 persone per cui i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari e che il 17 aprile dovrà comparire davanti al gip Lidia Castellucci per l'interrogatorio preventivo