La Gazzetta dello Sport scrive su Maurizio Sarri: “Tre indizi fanno sempre una prova. E allora dopo tre sedute in Val di Sole ci si può sbilanciare: lo strappo rispetto al recente passato sembra evidente. Il nuovo Napoli di Sarri corre e suda più di quello di Benitez. Il lavoro dello staff spagnolo difficilmente superava i novanta minuti, quello dell’ex tecnico dell’Empoli sfiora sempre le due ore. Tra lavoro aerobico sulla pista, palestra e tattica, con un drone a spiare tutti dall’alto. Sarri intanto lavora su due moduli: 4-3-3 e 4-3-1-2. Ed è un altro punto netto di divergenza rispetto al passato. Benitez s’è spesso impantanato nel suo ostinato 4-2-3-1. Un dogma per lo spagnolo, più che un semplice sistema di gioco. Sarri vorrebbe un trequartista, ma nella rosa attuale non c’è. A differenza degli esterni: tanti e di grande qualità. E allora giusto provare a sfruttarli. E nelle sedute tecniche per la fase offensiva vuole solo tocchi di prima, come faceva il suo Empoli. La difesa? Per quella c’è il già citato drone a dare indicazione, una delle peculiarità del tecnico. I giocatori hanno ripetuto già centinaia di volte gli stessi movimenti, che devono essere mandati a memoria. Sarri il perfezionista su questo non transige”