di Dino Viola ( Twitter: @dino_viola )
Ormai manca solo l’ufficialità del suo passaggio al club di De Laurentiis dopo l’incontro di ieri. Evitato l’ostacolo della clausola, Cristiano Giuntoli si è svincolato dal Carpi. E’ il risultato raggiunto stamattina dall’incontro tra lo stesso Ds e il presidente Bonaccini. Il complicato rapporto col presidente lo ha costretto in questi anni ad aguzzare l’ingegno difronte ad un budget ristretto, non perdendo il minimo controllo della gestione societaria: dal rapporto con la squadra a quello con la stampa. E adesso si è giunti alla risoluzione contrattuale. Ne abbiamo parlato con Fabio Garagnani, giornalista della Gazzetta di Modena, che ha vissuto da vicino questi sei anni di dirigenza del Carpi firmata Giuntoli.
Ostacolo superato, siamo ai saluti.
“Stamattina Giuntoli e il presidente Bonaccini si sono parlati, c’era da risolvere il problema della clausola che riguardava il 2016, per una cifra tra i 500mila e i 700mila euro. Una cifra considerevole? Voi adesso non vi rendete conto: lui è un fuoriclasse assoluto. Nel Carpi non c’era acquisto di palloni o taglio dell’erba che non passasse sotto la sua supervisione”.
Il Carpi lo ha dunque lasciato libero: com’era il rapporto col presidente?
“Rapporto complicatissimo tra i due. Sono molto istintivi entrambi. Bonacini è uno che vuole fare calcio senza spendere soldi mentre Giuntoli da direttore sportivo cercava di fargli aprire un po’ il portafogli. In alcune occasioni ci è riuscito ma paradossalmente, quando si è speso poi nel primo anno di B le cose sono andate male. Questo è stato fonte di altre tensioni e in virtù di quanto accaduto, ad inizio di questa stagione ha dovuto fare molta economia sul mercato. Il Carpi ha dato via quest’estate i suoi pezzi migliori: Memushaj, Sgrigna, Ardemagni e Colombi. Calciatori di qualità sulla carta per la serie B. Ha confermato tutti quelli che costavano meno e alla fine è andato in serie A. Il calcio è anche po’ strano”.
Ha parlato di caratteri istintivi: allora come lo immagina il rapporto con De Laurentiis?
“Ha avuto un’ottima scuola. Sotto questo punto di vista è molto preparato. Pensate che Bonacini dopo aver perso lo spareggio per la serie B col Pro Vercelli ha praticamente molato la società nelle mani di Giuntoli dicendo di non volerne più sapere. Giuntoli si è trovato da solo senza niente, senza soldi, a tenere in piedi la società e a costruire la squadra che ha poi vinto lo spareggio di Lecce ed è andata in serie B. E’ abituato ai colpi di testa e ai caratteri non facili”.
Non è semplice operare con un budget così ristretto
“Le racconto un episodio. L’anno scorso ha avuto un problema col Milan dopo l’arrivo in porta di Gabriel. Si era ritrovato all’ultimo giorno di mercato senza portieri, per via sempre della mancanza di liquidità. Si riduceva quindi sempre a fare gli acquisti all’ultimo minuto di calciomercato. L’anno scorso da non avere portieri se n’è ritrovati quattro! Prese sia Gabriel del Milan che Kelava dell’Udinese. La prima partita ha giocato Kelava e dal Milan non hanno molto gradito. La partita successiva ha giocato Gabriel e Kelava se n’è andato!”
Porterà con sé qualche collaboratore che ha già lavorato con lui?
“Ha un rapporto di fiducia col capo degli osservatori, Pompilio, quello che ha scoperto Lasagna. Ci sono buone probabilità che lo segua al Napoli, come lo stesso Canepa che era una sorta di team manager, un cavo di collegamento tra Giuntoli e la società. Mi sento di escludere che lo possa seguire il collaboratore tecnico Nuti, che ha collaborato anche con Mourinho all’Inter”.
Inutile nascondere che una piazza come Napoli lo accoglie con un po’ di scetticismo.
“Lo scetticismo lo ha accompagnato anche a Carpi in tutti questi anni. Ci si chiedeva, dopo aver vinto il campionato di D, ‘chissà se riuscirà a fare lo stesso in serie C’. La stessa domanda è stata posta in serie C1 e poi in B e ci siamo ritrovati in A”.
Ma concorderà che qui dovrà misurarsi con ambizioni europee ed un mercato di ben altro profilo.
“E’ un malato di calcio e lo conosce a 360 gradi. Grandi qualità ed è un grande lavoratore, di questo ve ne renderete conto. Quello che ha fatto col Carpi è stato messo poco in risalto: non c’è ma stata nessuna squadra che in 6 anni ha fatto il salto dalla D alla A, non spendendo praticamente nulla! (ride ndr). Ha dell’incredibile. Carpi non è una realtà come il Sassuolo guidato da Squinzi che si può permettere di perdere 15mln di euro a stagione. Il presidente Bonacini in questi anni ha speso pochissimo, ha fatto tutto Giuntoli”.
Tutto passava sotto la sua supervisione: è un direttore che ha il polso della situazione all’interno dello spogliatoio?
“Giuntoli non era presente sempre al fianco dei calciatori ma lo era spesso. In questi anni si trovava delle ‘antenne’ all’interno dello spogliatoio. Aveva il polso della situazione, era molto attento. Consapevole che il successo di una squadra si costruisce all’interno di uno spogliatoio: questo è sempre stato uno dei suoi crucci”.
E il suo rapporto con la stampa?
“Diciamo che Giuntoli racconta le cose a modo suo: su dieci cose che dice otto non sono vere. Le sa raccontare, cerca di depistare. Ha una parlantina da toscanaccio, simpatico quando vuole. E’ una persona che ci si può lasciare affascinare”.
E’ stato quasi convincente ma aspettiamo i risultati dell’operato di Giuntoli prima di farci un’idea definitiva
“Sappiate che prima dell’inizio del campionato anche se il Napoli è dato a 10 per la vittoria finale, dieci euro andrò a puntarceli sopra. Giuntoli è un fuoriclasse, sono convinto che farà bene anche a Napoli”.
RIPRODUZIONE RISERVATA