Dopo Michel Van Praag (numero uno della federcalcio olandese), anche l'ex fuoriclasse Luis Figo ha deciso di ritirare la propria candidatura alla presidenza della Fifa. A questo punto restano in corsa solamente il principe di Giordania Ali Bin Al-Hussein e Joseph Blatter, in carica dal lontano 1998. Le elezioni per determinare il presidente del massimo organismo calcistico mondiale si terranno il prossimo 29 maggio.
Attraverso un durissimo comunicato, Figo spiega i motivi della sua scelta: "Entrare in corsa per questa carica era una decisione personale, presa dopo aver ascoltato molte persone nell'ambito del calcio internazionale. La reazione fu così piacevole che capii di aver fatto la scelta giusta. Il calcio mi ha dato tutto, volevo dargli qualcosa in cambio. La FIFA ha bisogno di un cambiamento urgente. In questi mesi però non ho visto solo il desiderio di cambiamento nei miei viaggi, ma i miei occhi sono stati testimoni di continui incidenti, in tutto il mondo, che dovrebbero far vergognare chiunque voglia che il calcio sia libero, pulito e democratico.
Ho visto coi miei occhi presidenti di Federazioni che, un giorno dopo aver comparato i dirigenti FIFA al diavolo, salgono sul palco per comparare quelle stesse persone a Gesù Cristo. Non mi è stato riferito, l'ho visto io come testimone oculare. Ai candidati presidenti è stato impedito di parlare ad alcune federazioni e congressi mentre uno dei candidati (Blatter, ndr) ha potuto farlo. Non c'è stato un singolo confronto o dibattito pubblico.
Vi sembra normale che l'elezione per una delle organizzazioni di maggior rilievo del pianeta possa andare avanti senza un dibattito pubblico? E' normale che uno dei candidati non si preoccupi neanche di presentare un programma elettorale? Ho deciso dopo una riflessione personale e dopo aver condiviso le opinioni con gli altri due candidati. Credo che a Zurigo non avverrà una normale elezione. Pertanto, non vi prenderò parte.
Sia chiaro: rispetto enormemente il mondo del calcio, dall'Africa all'Asia, passando per l'Europa, dove c'è stato spazio per un normale e democratico dibattito grazie a Platini. Resta ferma la mia volontà di cambiare e rigenerare la FIFA. Non ho paura delle elezioni, ma non acconsento a un processo che il 29 maggio non vedrà eletto il vincitore".