Scrive Maurizio De Giovanni nel suo editoriale per Il Corriere del Mezzogiorno: "Le motivazioni sono oggetto di ispezioni e discussioni su ogni sito e su ogni canale Tv. Tra le più gettonate l’infortunio grave di Milik, un ragazzo che aveva peraltro superato le più rosee aspettative, e la stanchezza mentale e psichica di alcune pedine fondamentali del gioco architettato dal meraviglioso uomo di Figline Valdarno. È innegabile che il centravanti polacco non abbia in rosa un sostituto dalle stesse caratteristiche. Errore di mercato? Valutazioni sbagliate? Poco conta adesso individuare la causa, se non a evitare di ricadere in un futuro purtroppo lontano nella stessa svista. L’importante è trovare una soluzione, e trovarla in fretta; perché è impensabile proporre a questo ciclo terribile una squadra anche lontanamente simile a quella balbettante e imprecisa che ha perso con bergamaschi e giallorossi. Così come l’evidente crollo di uomini come Callejon, Jorginho, Hysaj impone immediati correttivi. Tutto, come si vede, porta alla necessità di un’azione che non è nelle corde e nelle caratteristiche di Sarri: il cambiamento. Il bagnolese toscano, l’ha detto chiaramente, non ama variare. Non gli piacciono le squadre che non hanno una precisa identità, non vuole camaleonti. Una volta trovato il funzionamento del meccanismo, quello dev’essere. E basta. Purtroppo però, all’inizio di una serie di partite che nel bene e nel male può dire una parola definitiva sulla stagione azzurra, il cambiamento sembra non solo inevitabile ma anche auspicabile. I segnali sono chiari: l’attuale schema di gioco, con gli attuali interpreti, ha in Gabbiadini, centravanti anomalo con caratteristiche profondamente differenti da chi l’ha preceduto, un corpo estraneo. Pochissimi palloni giocati, tanta rabbia e ulteriore depressione il risultato dell’ennesima prestazione negativa del ragazzo di Calcinate. Se lo si vuole in campo, e non ci pare che sussistano alternative, va messo in condizione di calciare faccia alla porta con un metro a disposizione per azionare il suo fantastico mancino. Altrimenti è inutile. E vanno proposte alternanze per validare il vantaggio, l’unico, derivante dalla cessione del centravanti argentino: l’implementazione della rosa. Perdere il capocannoniere ha perlomeno consentito l’acquisto di fortissimi giovani in ruoli scoperti, i cui titolari oggi mostrano la corda; rinunciare al beneficio del maggior numero di elementi disponibili è folle, e il Napoli non può permetterselo di certo. È il momento di sfruttare quest’opportunità, altrimenti la campagna estiva, come da molti sospettato, è stata non di rafforzamento ma di indebolimento. Ora i nuovi devono entrare nelle rotazioni: altrimenti una partita ogni due giorni e mezzo sarà una fatica fatale per le ambizioni azzurre. Noi siamo pronti alle montagne russe. Speriamo che a questo punto, e facendo violenza un po’ a se stesso, lo sia anche Sarri"