Epigono di una filosofia di calcio tutta olandese, Davy Klaassen è diventato oggetto del desiderio di mezza Europa. Perché oltre ad avere un’ottima tecnica, ha quella duttilità tanto richiesta nel calcio moderno, dove l’interscambiabilità dei ruoli diventa un’arma efficace per confondere l’avversario. In questo, Klaassen è un vero maestro. Nasce ad Hilversum nel 1993, una cittadina che ha anche un Cruijff Court intitolato a lui, il giocatore ha già una maturità importante, dentro e fuori dal campo. Il centrocampista sa abbinare capacità di interdizione a una regia molto veloce, che nel gioco di De Boer si sono sposate alla perfezione. I fraseggi nello stretto e i cambi di gioco per gli esterni alti, eseguiti con tempi particolari di giocata, hanno propiziato diversi gol. A una rapidità di esecuzione non corrisponde, però, quella di passo; un deficit che Klaassen compensa con l’intelligenza tattica, che gli permette di prevedere la giocata dell’avversario e rubargli il pallone.
Le sue caratteristiche hanno fatto sì che De Boer potesse schierare un 4-2-3-1/4-3-3 molto offensivo, con il giocatore che ha ricoperto sia il ruolo di trequartista sia di regista puro. Destro naturale, ma calcia anche di sinistro con naturalezza; inoltre, ha ottime doti aeree. Le sue capacità realizzative non sono sfuggite a nessuno e l’hanno messo sul radar di diverse big europee, su tutte il Napoli, che in lui intravede il potenziale erede di Hamsik. Klaassen ha chiuso la stagione con 15 gol e 10 assist, numeri che effettivamente lo accomunano allo slovacco. Ma il calciatore a cui ha sempre provato rifarsi è Dennis Bergkamp. “Ha giocato nella mia stessa posizione ed era il mio idolo da piccolo, insieme a Litmanen. Mi sono allenato molto con lui sul tocco di palla: mi ha aiutato parecchio, ed ho imparato molto grazie a lui. Spesso, poi, scherziamo sul fatto che io abbia la numero 10 che lui ha sempre vestito in carriera, un numero pesante: sono onorato di poterlo indossare, e spero di arrivare il più vicino possibile a tutto ciò che i grandi campioni passati di qui sono riusciti a fare" ha detto il centrocampista in una recente intervista rilasciata al sito della FIFA. Per questo, dunque, non viene difficile immaginare in quanto poco tempo Klaassen abbia scalato le gerarchie in squadra, diventandone il capitano con tanto di numero 10 sulle spalle.
Il suo gioco, elegante ma al tempo stesso molto concreto, gli hanno procurato l’apprezzamento di Johan Cruijff, che di lui due anni fa disse: “Insieme a Xavi e Kroos, è il centrocampista perfetto. Può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, ma anche più avanti”. Qualità che lo rendono un uomo squadra. Ma Klaassen, molto umile, ha sempre rinunciato a questo tipo di onori. “Non sono sicuro di essere un vero leader. Quando penso a un vero leader, penso a Steven Gerrard. Qualcuno che è in realtà sempre lì per la sua squadra. Sia dentro che fuori dal campo" aveva detto l’olandese. Ma che sia un predestinato, non lo può negare nemmeno lui.