E' stato proprio Garcia a ridimensionare la Roma. Niente scudetto. «Dobbiamo difendere adesso il secondo posto». A sette giorni dalla partita con la Juve, è una dichiarazione di resa. Per i romanisti che si sentivano già campioni d’Italia, oggi è come precipitare nudi nel gelo di un lago nordico. Oneste e amarissime perché rivelano gli affanni della sua squadra, in sei partite una vittoria e 5 pareggi. Un crollo che nasconde non solo una crisi atletica, ed è stato interessante seguire la Roma nel modesto 1-1 con il Verona. Ma probabili malumori interni. Come accadde con Zeman, è escluso De Rossi, stipendi annui per 6 milioni netti. Come si vede, non è il monte ingaggi a dare la cifra tecnica di un club, se ne convinca Benitez. Dopo 24 partite, la Roma ha 48 punti. Ne ha persi la metà, 24, mica tanti. Ma è un segnale di allarme la sequenza: bruciati 10 nelle ultime sei gare. Il parziale del Napoli segue un trend migliore, nel 2015 con 5 vittorie e 2 sconfitte, ha raccolto 15 punti su 21. Ha una freschezza atletica indiscussa in quasi tutti i suoi, pur correndo in discesa con i turchi di Trebisonda con lo 0-4 è virtualmente negli ottavi di Europa League. La Roma, proprio un momentaccio, deve invece aggrapparsi alla speranza di un 2-2 a Rotterdam giovedì con il Feyenoord, prima di giocare con la Juventus, partita che comincia con l’ingrato rapporto di punti in classifica: 57 contro 48. Una Roma travolta da se stessa è però rivale scomoda. Sembra un paradosso. Ma inchioda il Napoli ad un solo risultato stasera: può solo vincere con il Sassuolo. La presenza di Paolo Cannavaro è l’emozione di un attimo, la nostalgia di stagioni ormai lontane, con un Napoli che usciva dal buio per entrare in Champions. La realtà è diversa: passa per il San Paolo una squadra incauta e infida. De Francesco, abruzzese cresciuto nel mito di Zeman, gioca con il 4-3-3 più spinto. Ha del maestro gli stessi pregi e difetti. Un terzetto offensivo con lame di Toledo, micidiali tagli corti negli ultimi trenta metri. Zaza al centro, Berardi a destra e Sansone a sinistra esaltano la fase offensiva: 29 gol, media 1,26 a gara. L’aritmetica non è una opinione neanche per il filosofo poliglotta del Napoli: Benitez ci sta pensando, ed ieri tanto per stupire riapriva il guardaroba. Per tirare fuori Britos, come un loden magari visto e rivisto, ma che protegge dal freddo. Pensa forse a tre marcatori per tre punte: Maggio a destra, Albiol-Koulibaly al centro, Britos a sinistra. Seguendo questo filo logico, può richiamare Jorginho e Inler mediani: per costruire. Possibile? Certo, ma ci vuole tutto il suo coraggio per ripresentare Jorginho dopo Palermo. Ma il Napoli come pensa di sistemare Sassuolo e di riflesso la Roma? Ha una prospettiva favorevole: la difesa del Sassuolo si dispone più alta di quanto la rapidità dei suoi 4 consenta. Se Mertens sconsiglia la sua conferma, è inamovibile Gabbiadini, probabile seconda punta dietro Zapata in costante cambio di posizione con Callejon e Hamsik, pronto anche a rientrare. Una sorta di 4-3-3 anche lui, quindi, ma non ditelo in giro. Questa serata, con prezzi popolari, è tutta da vivere. La febbre del lunedì sera per quel che costa, promette tanto. Il secondo posto non è stato mai così vicino.