Nel mare di interessi che si sovrappongono e di obiettivi che divergono galleggiano le parole - troppe e alla resa dei conti inutili - che hanno alimentato un caso che caso non era. L'infortunio di Claudio Marchisio è meno grave del previsto. Fortunatamente. E la Juve potrebbe addirittura averlo a disposizione per ilquarto di Champions contro il Monaco. Il che basta a far rientrare l'allarme in casa-Allegri ma non a ricucire lo strappo, ormai troppo largo, tra Antonio Conte e la Juve. Mentre l'Italia è alle porte di un bivio importante e il ct, giustamente scocciato, ha ripreso a immaginarsi un precoce addio all'azzurro.
Ci sono alcune questioni che andrebbero chiarite e vanno molto al di là del rapporto, evidentemente pessimo, tra Conte e la sua ex squadra. E ci sono domande cui sarebbe interessante avere una risposta. Ad esempio: perché la Juve ritiene corretta questa inopportuna ingerenza su questioni che riguardano la Nazionale? E perché si sente nella posizione di criticare i metodi di allenamento del ct? Che potrà anche pretendere molto dai suoi giocatori ma ha tutto il diritto di far svolgere alla squadra quanti allenamenti vuole. Uno, due, dieci, centocinquanta. E ancora: la Juve si è forse lamentata con la Svizzera per il problema muscolare di Lichtsteiner o avrebbe alzato la voce con la Spagna se si fosse infortunato Morata?
Se insomma Antonio Conte non può pretendere che i club mettano a disposizione i propri giocatori per i già bocciati stage, i club non possono arrogarsi il diritto di gestire i propri tesserati quando questi sono a disposizione della Nazionale. Punto e fine. E' piuttosto un'altra la questione da non sottovalutare: com'è stato possibile sbagliare così clamorosamente una diagnosi? Come si è potuti passare in poche ore dalla rottura del legamento all'affaticamento? (sportmediaset)