Sarebbe facile oggi godere delle disgrazie di Benitez per chi come me lo ha criticato e perfino avversato chiedendone l'esonero in tempi non sospetti. E di certo la sua uscita dal Napoli è stata, a dir poco, poco elegante, con una conferenza stampa anticipata al giovedì - cosa mai vista - con divieto di domande sulla sua destinazione nota a tutti, e la pantomima della distanza da casa che suonava falsa come la lira con l'euro in corso.
Ma soprattutto i napoletani fanno fatica a perdonare quel sorriso a 32 carati a Capodichino dove Rafa - con tempismo inopportuno - sprizzava felicità da tutti i pori nel raggiungere Madrid all'indomani delle macerie (economiche, non tecniche, lo ribadisco ad abundantiam), lasciate la sera prima fresche fresche con la sconfitta con la Lazio in casa. Ci sarebbe da godere solo al pensare alle Vedovelle che ci hanno "abbuffato 'a uallera" con "guardate il grande maestro Rafa che l'ha preso il Real Madrid" e godevano degli inizi difficili di Sarri.
Ma io lo trovo ingeneroso. Il mio giudizio di "ciuccio e presuntuoso" non cambia, resterà per me una grande delusione tecnica e soprattutto umana, ma non mi accodo ai cori di esultanza relativi alla caduta dello spagnolo, passato dall'altare di Madrid alla polvere di Newcastle nell'espace di un matin, perché Rafa resta parte della nostra storia, quella bella, grazie anche ad una società - lo ribadisco in maniera impopolare - che ha speso tanto in monte ingaggi aumentato a dismisura e investimenti sulle spoglie (e la dote) di Cavani (fino alle perdite di bilancio mai avute prima), ma che non ha avuto la forza o semplicemente il coraggio di completare la squadra, atavico difetto del Presidente che si ferma sempre a 5 centesimi per fare un euro (uso le parole di Maradona), a cui lo spagnolo - eletto capopopolo per acclamazione - non seppe opporsi, ed anzi non ci mise la giusta testa sul pezzo, pensando solo a piazzare se stesso con i suoi importanti rapporti. Che hanno fatto il loro lavoro. Poi però i nodi vengono al pettine, e la sua jattanza con gente come Cristiano Ronaldo non ha pagato.
Oggi Dio esiste nel senso che le cose vengono rimesse al posto giusto, ed un allenatore che non sa dare un'organizzazione di gioco ad una squadra come si deve non va oggi da nessuna parte. Il Napoli non era organizzato, Sarri docet, il Real non lo era e non lo è ma con un uomo gradito alla squadra ha fatto un finale miracoloso. Però Rafa è uomo di spessore e di carisma, ed in questo momento mi sento vicino a lui. Non fosse altro per sdebitarmi di quella notte di Wolfsburg dove mi fece godere (come una decina di volte ci è riuscito), io fresco di operazione in un letto d'ospedale.
Grazie lo stesso Rafa, e suerte.
I soldi non ti mancano per goderti la famiglia, questa volta a tempo pieno, nel grigiore di Liverpool. Napoli, Rafé, è n'ata cosa. Secondo me lo sai pure tu.