Caso Lautaro, espressioni blasfeme: tutti i precedenti di squalifiche (e non) per bestemmia

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Caso Lautaro, espressioni blasfeme: tutti i precedenti di squalifiche (e non) per bestemmia

Ultime notizie calcio - Il post-partita 'movimentato' di Juve-Inter ha beccato Lautaro Martinez infuriato a bordocampo: l'argentino, capitano dell'Inter di Simone Inzaghi, è apparso particolarmente nervoso e come ripreso dalle telecamere si sarebbe lasciato andare anche a una espressione blasfema che - regolamento alla mano - potrebbe costargli una squalifica.

Ma quali sono stati gli episodi più famosi - e più recenti - di squalifiche per espressioni blasfeme e/o bestemmia in Serie ADal 2010 in Serie A è stata introdotta la squalifica per bestemmia, anche attraverso la prova tv e da quel momento i casi si sono susseguiti in maniera continua.

Il primo ad essere punito fu Davide Lanzafame, nel marzo 2010 da giocatore del Parma. Il più recente è invece la mancata squalifica di Cristante: il Giudice Sportivo, nel finale della scorsa stagione, decise di non squalificare Cristante per la presunta bestemmia. Il motivo? L'assenza di un audio che rendesse inequivocabile la frase. Sebbene dal punto di vista delle immagini sembrò proferire un'imprecazione. L'articolo 37 del Codice di Giustizia sportiva recita che:

"In caso di utilizzo di espressione blasfema, in occasione o durante la gara, è inflitta:

a) ai calciatori e ai tecnici, la sanzione minima della squalifica di una giornata;
b) agli altri soggetti ammessi, ai sensi della normativa federale, nel recinto di gioco, la sanzione della inibizione".

Tuttavia, in termini di protocollo, per far sì che la bestemmia sia inequivocabile serve anche un audio a supporto delle immagini, altrimenti non chiarificatrici di alcune sfumature linguistiche (e di termini, proprio intesi nell'utilizzo di una singola consonante).

Cristante però nel 2020 se lo beccò un turno di stop, con la prova televisiva, per “aver pronunciato un’espressione blasfema al 23° del primo tempo (di Bologna-Roma ndr); acquisite ed esaminate le relative immagini televisive, di piena garanzia tecnica e documentale”. Era il dicembre 2020, quando contro il Bologna prima si fa autogol e poi se la prende con la famiglia santa. Tutto nacque dalla segnalazione del Procuratore federale: “Il calciatore in questione è stato chiaramente inquadrato dalle riprese televisive mentre proferiva un’espressione blasfema individuabile ed udibile senza margini di ragionevole dubbio”.

Nella stagione 2020-21 c’è anche un caso che riguarda l’altra squadra della Capitale, la Lazio. Durante un match contro l’Inter a San Siro, Manuel Lazzari viene inquadrato proprio nel momento in cui bestemmia e il Giudice Sportivo lo squalifica per una giornata. Nella stagione precedente invece è toccato a Martin Caceres, da giocatore della Fiorentina, e a Milan Skriniar, che con la maglia dell’Inter prese tre giornate. Dopo la squalifica di Skriniar, molti si chiesero perché non fu trattato allo stesso modo anche Buffon, con un'espressione "simile" dopo aver solo sfiorato il rigore di Politano nella lotteria dei penalty contro il Napoli in finale di Coppa Italia.

Mentre nell'agosto 2023 (scorsa stagione), alla primissima giornata, durante Frosinone-Napoli, il portiere dei ciociari Stefano Turati venne squalificato per una giornata per aver pronunciato un’espressione blasfema. La prova tv non perdonò Turati nella sfida contro il Napoli, per "aver pronunciato un’espressione blasfema al 15° del primo tempo".

Ma negli anni è toccato anche a Siligardi, Padelli, Menez, Mandragora, Scozzarella, Pellissier e Gastaldello. Poi c’è anche chi l'ha scampata, come Ivan Provedel, che ai tempi dello Spezia venne prima squalificato e poi assolto in appello per una interpretazione errata del labiale. Stessa sorte per Davide Frattesi, da giocatore del Sassuolo, che riuscì a dimostrare di aver detto “Zio”.

Nel 2018, tocca a Rolando Mandragora che venne squalificato dal Giudice Sportivo per aver pronunciato durante Udinese-Sampdoria una frase blasfema: una giornata di stop per il centrocampista friulano. Un altro esempio recente risale sempre al 2018, ad aprile, quando il centrocampista del Cagliari Cigarini venne fermato per due giornate (una per la doppia ammonizione che portò al rosso e una per blasfemia che ne seguì) dopo Sampdoria-Cagliari"a seguito del provvedimento di espulsione, ha proferito un'espressione blasfema".

Capitolo allenatori - Non solo calciatori, ma anche tecnici: nel 1998 Marcello Lippi venne squalificato per un turno da tecnico della Juventus, dopo una protesta, così come nel 2001 Walter Alfredo Novellino ai tempi del Piacenza e Giovanni Vavassori con l’Atalanta. Riguardo Novellino, il suo Piacenza sta pareggiando a San Siro quando l’allenatore bestemmia contro una decisione dell’arbitro. La squalifica è inevitabile, ma l’intervista di Novellino al Corriere della Sera diventa una pietra miliare sull’argomento e fece sorridere: “Sono pentito. Sono un cattolico praticante ed è giusto che paghi, però gli stranieri sono avvantaggiati: chi si è accorto se Terim smoccolava in turco? E Sukur? E gli ucraini, i giapponesi, gli iraniani, gli olandesi? Mia moglie ha visto 90° Minuto e mi ha chiamato subito: ‘Walter questa volta ti squalificano, ti sta bene così impari’. I miei figli mi conoscono, sanno che appena posso vado in chiesa. Vedermi dipinto come un bestemmiatore di professione dai giornali mi ha dato fastidio. Quello non sono io”.

Storica è la squalifica di Silvio Baldini, che in un Empoli-Salernitana in Serie B sempre quell’anno bestemmiò 67 volte – come da referto del quarto uomo -, mentre Mimmo Di Carlo si prende lo scettro come il più squalificato per espressioni blasfeme: 3 volte fra Serie A e Serie B.

Nel 2018 toccò al vice allenatore della Roma Francesco Tomei, nel 2016 a pagare per una bestemmia furono Maran (all'epoca alla guida del Chievo), ma anche Longo (alla Pro Vercelli) e Cosmi (al Trapani).

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