Diego Armando Maradona è un ex calciatore argentino, dirigente, allenatore e simbolo della rinascita sociale di Napoli.
25 novembre 2020, Diego Armando Maradona è morto! E' questa la clamorosa notizia giunta dal noto quotidiano argentino Clarin. In queste ore, a Tigre, nella sua abitazione, ci sono i soccorsi. Diego Armando Maradona sarebbe morto per un attacco cardiocircolatorio. Dopo la sua tragica scomparsa a Napoli è stato intitolato lo stadio in onore a Diego Armando Maradona.
Dai primi anni ottanta fino al 2004 Maradona fu dipendente dalla cocaina: egli stesso ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, di aver iniziato a farne uso dal 1983 quando giocava nel Barcellona. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e propria tossicodipendenza, che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio.
Negli anni successivi al suo ritiro, la sua salute peggiorò progressivamente: alla mezzanotte del 1º gennaio 2000, durante una vacanza a Punta del Este (in Uruguay), dovette essere trasportato d'urgenza nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale locale, il Cantegril. Qui gli fu riscontrata una aritmia ventricolare e una crisi ipertensiva: nella successiva conferenza stampa, i medici dichiararono di aver riscontrato danni al muscolo cardiaco e il suo rappresentante Coppola affermò che il ricovero non era dovuto all'abuso di cocaina, ma al fatto che Maradona soffrisse di ipertensione. In realtà le analisi del sangue e delle urine rilevarono tracce di cocaina: fu pertanto coinvolta la polizia uruguaiana, alla quale Maradona dovette rispondere anche se il solo consumo non era considerato reato. Due settimane dopo Maradona fu dimesso e si recò a Cuba, dove rimase per qualche tempo, per iniziare un piano di riabilitazione e disintossicazione.
Il 18 aprile 2004 Maradona fu nuovamente ricoverato d'urgenza nella clinica Suizo-Argentina di Buenos Aires, questa volta per un infarto e una nuova crisi ipertensiva dovuti a un'overdose di cocaina. Il respiratore artificiale fu rimosso il 23 aprile ma Maradona rimase in terapia intensiva fino a quando fu dimesso, il 29 aprile. Entrò il 9 maggio nella clinica neuropsichiatrica "Del Parque" per iniziare un nuovo ciclo di disintossicazione: dopo 3 mesi cercò di ripartire per Cuba, ma la sua famiglia si oppose avendo ottenuto la responsabilità legale sulle azioni di Maradona, dato che egli non era in grado di esercitarla in base al codice civile argentino. Il trattamento pertanto continuò in Argentina.
Lontano dall'attività sportiva e a causa degli eccessi con cibo e cocaina, Maradona aumentò considerevolmente di peso, arrivando a pesare 120 chili nel febbraio del 2005. Il 6 marzo 2005 si fece ricoverare in una clinica di Cartagena de Indias (Colombia) specializzata nelle cure contro l'obesità: tramite un intervento gli venne impiantato un bypass gastrico che, grazie anche ad un regime alimentare controllato, gli permise di perdere più di 50 chili.
Il 29 marzo 2007 fu nuovamente ricoverato all'ospedale Güemes di Buenos Aires a causa di un'epatite dovuta all'eccesso di alcool, aggravata da un nuovo aumento di peso e dall'abuso di sigari cubani. Ciò costrinse Maradona a una degenza di circa due settimane e fu dimesso l'11 aprile. Il suo medico personale, Alfredo Cahe, dichiarò: "quello che mi preoccupa è il suo entourage, perché tutti quelli che gli si avvicinano lo fanno per approfittarsi di lui. E da quando ha cominciato con il cosiddetto showbol mangia e beve in quantità eccessive".
Due giorni dopo essere stato dimesso, Maradona avvertì un nuovo malore che lo costrinse a un ennesimo ricovero, questa volta nella clinica privata Madre Teresa di Calcutta di Buenos Aires, dove rimase fino al 21 aprile. Circolarono alcune notizie riguardo alla sua morte che furono subito smentite, così come le voci precedenti che lo dichiaravano morto in un incidente automobilistico. Per curare la sua dipendenza dall'alcool, rimase per due settimane nelle clinica psichiatrica Avril, dalla quale fu dimesso il 7 maggio. Il giorno dopo apparve in televisione, dichiarando di aver smesso di bere e di non usare droga da due anni e mezzo. Il 14 gennaio 2012, dopo la vittoria per 7-1 contro l'Al-Ahli Club, viene ricoverato a Dubai dopo aver sofferto di lievi complicazioni di calcoli renali. Maradona, dopo essersi sottoposto a un intervento chirurgico, viene dimesso dall'ospedale il 16 gennaio. Nel novembre 2015 a Maracaibo (Venezuela) si sottopone a un secondo intervento di bypass gastrico. Il 26 giugno 2018, dopo la vittoria dell'Argentina ai Mondiali contro la Nigeria, Maradona viene colpito da un lieve malore.
Il 3 novembre 2020 viene ricoverato e operato per un'edema cerebrale post caduta.
Nato a Lanús il 30 ottobre 1960 da Diego e Dalma, Maradona è stato capitano della Nazionale argentina vincitrice del Campionato del Mondo 1986. Noto anche come El Pibe de Oro ("il ragazzo d'oro"), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi della storia del calcio. Diego Armando Maradona è padre di 5 figli. Nel 2009, invece, nasce Benjamin, suo primo nipote, dato alla luce dal calciatore Sergio Agüero e di sua figlia Gianinna. Il 5 luglio 2017 ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria dal Comune di Napoli a palazzo San Giacomo con conseguente festa a Piazza del Plebiscito. Suo figlio Diego Jr, così come i suoi fratelli Hugo e Raúl e i i suoi nipoti Diego Hernán Valeri, Nicolás e Santiago Villafañe, sono tutti calciatori.
Essendo nato il 30 ottobre 1960 Maradona ha 59 anni.
Rocio Oliva, è ormai l'ex compagna di Maradona. I due si sono lasciati a dicembre scorso.
Diego Maradona ha un account ufficiale Instagram, è @maradona.
Diego Sinagra (Diego Armando Maradona Junior) (1986), nato dalla relazione con Cristiana Sinagra e non riconosciuto da Maradona fino al 2007;
Diego Maradona - Film, è questo il film Netflix che racconta Diego Armando Maradona.
Maradona in Messico è una serie Tv Netflix. Racconta di come leggenda del calcio argentina si rechi a Culiacan, nello stato di Sinaloa, un territorio duramente colpito dal traffico di droga, per salvare la squadra locale Los Dorados.
Fu sospeso due volte dal calcio giocato: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un'altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso). CT dell'Argentina per un breve periodo alla fine degli anni duemila, dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l'aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione.
In venti anni di carriera ha vestito le maglie di Argentinos Juniors, Boca Juniors, Barcellona, Napoli, Siviglia e Newell's Old Boys. Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d'oro, perché fino al 1994 il premio era riservato ai giocatori europei: per questo motivo nel 1995 vinse il Pallone d'oro alla carriera.
«Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo.» (Maradona a 17 anni nel giugno 1978 nella sua prima intervista).
Pochi mesi dopo il debutto in campionato per Maradona arrivò anche il debutto internazionale: il 27 febbraio 1977 l'allora allenatore della Nazionale maggiore César Luis Menotti lo convocò per un'amichevole contro l'Ungheria allo stadio La Bombonera di Buenos Aires. Successivamente esordì anche con la Nazionale Under 20 il 3 aprile dello stesso anno. Diventato capocannoniere del campionato argentino, non venne inserito nella rosa della Selección (che divenne Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia). Subito dopo la vittoria mondiale, Maradona divenne titolare della Nazionale; nell'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo allo stadio Monumental di Buenos Aires, il 25 giugno 1979, finita 2-1 per gli avversari, fu suo l'unico gol degli argentini. Contemporaneamente continuò a giocare con la Nazionale Juniores, vincendo nello stesso anno i Mondiali di calcio giovanili in Giappone (finale vinta contro l'URSS 3-1, segnando un gol), durante il torneo segnò 6 reti diventando il secondo miglior marcatore del torneo dietro il compagno di squadra Ramón Díaz. Maradona venne convocato per i Mondiali del 1982, disputati in Spagna.
Complessivamente collezionò 5 presenze e fece 2 gol, venendo anche espulso contro il Brasile all'85' minuto per un fallo di reazione su João Batista da Silva. Nel 1986 Maradona vinse i Mondiali in Messico: segnò 5 gol e realizzò 5 assist nelle 7 partite giocate nel torneo (tutte vinte, tranne l'1-1 contro l'Italia nella prima fase a gironi). Ai quarti di finale segnò un gol contro l'Inghilterra, dopo aver dribblato tutti gli avversari che provarono ad ostacolarlo nella sua corsa dalla linea di centrocampo alla porta difesa da Peter Shilton. La segnatura al termine di quello slalom (che fu quella del provvisorio 2-0, alla fine l'Argentina vinse per 2-1) risultò essere il gol del secolo. È stato inoltre votato come il più grande gol nella storia della Coppa del Mondo, in un sondaggio indetto dalla FIFA nel 2002. Nella stessa partita aveva aperto le marcature segnando un gol di mano che aveva rotto l'equilibrio dell'incontro ed era stato erroneamente convalidato dall'arbitro tunisino Ali Bennaceur. Maradona rivendicò la legittimità di quel gol come atto di giustizia a seguito della sconfitta patita dagli argentini per mano dei britannici nella guerra delle Falkland del 1982 (a segnare, secondo Maradona, fu La Mano de Dios). Due gol al Belgio in semifinale valsero la finale contro la Germania Ovest, vinta per 3-2 con gol decisivo di Jorge Burruchaga su assist di Maradona. Per l'Argentina si trattò del secondo titolo mondiale, il primo e unico di Maradona.
Con la Nazionale argentina ha partecipato a quattro edizioni dei Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994); i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in Nazionale costituirono due record, successivamente battuti.
Maradona capitanò l'Argentina anche nei Campionati del Mondo 1990, svoltisi in Italia. Un infortunio alla caviglia pregiudicò le sue prestazioni. Negli ottavi di finale contro il Brasile, Maradona fu autore dell'assist a Claudio Caniggia per il gol vincente. Nei quarti di finale l'Argentina affrontò la Jugoslavia; dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi a reti inviolate, gli argentini superarono gli jugoslavi 3-2 ai calci di rigore nonostante l'errore dello stesso Maradona e del compagno di squadra Troglio. In semifinale affrontò l'Italia proprio allo stadio San Paolo di Napoli dove era padrone di casa e il pubblico si divise a metà tra il sostegno alla Selección e agli Azzurri guidati da Azeglio Vicini. La gara si risolse anch'essa ai rigori dopo un 1-1 all'overtime; questa volta Maradona segnò il suo tiro dal dischetto, e l'Argentina si qualificò per la finale. Nella gara decisiva, a Roma, l'Albiceleste perse contro la Germania Ovest per 1-0 con un rigore trasformato da Andreas Brehme all'85'. In quest'occasione, Maradona si rese protagonista di un discusso episodio extracalcistico: prima della partita, il pubblico dell'Olimpico fischiò l'intera esecuzione dell'inno nazionale argentino e il giocatore, ripreso dalle telecamere, rispose con l'esclamazione «hijos de puta», rivolta agli spalti.
In attesa dei Mondiali per alcuni mesi Maradona si ritirò dalle competizioni di club e tornò a giocare il 20 aprile, in un'amichevole tra Argentina e Marocco che terminò 3-1 per l'Argentina, con una rete di Maradona su rigore. Maradona non avrebbe potuto partecipare alla prevista tournée pre-mondiale in Giappone in quanto gli fu negato il visto di ingresso a causa dei precedenti con la droga. La Nazionale argentina decise di non recarsi in Giappone senza Maradona, cambiò quindi il programma di incontri sfidando Israele (3-0), Ecuador (1-0) e Croazia (0-0). Ai Mondiali, iniziati a metà giugno, l'Argentina vinse 4-0 la prima partita a Boston contro la Grecia, in cui Maradona realizzò il terzo gol. Gli argentini vinsero (2-1) anche la seconda partita contro la Nigeria. Ancora una volta l'esito positivo di un controllo antidoping fermò la carriera di Maradona, che fu trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La FIFA lo espulse dal campionato e l'Argentina fu eliminata agli ottavi contro la Romania di Gheorghe Hagi. «Mi hanno ucciso quando volevo rientrare per dimostrare alle mie due figlie che posso lottare con dei ventenni. Nel paese della democrazia non mi hanno lasciato parlare, e non mi hanno permesso di dire ciò che sento. Con la mia uscita dal mondiale è uscito anche un intero paese e sono usciti anche quelli che mi vogliono bene. Avevo detto che la Fifa mi aveva tagliato le gambe. Adesso dico che mi ha finito di tagliare il corpo, mi ha ucciso». Così Maradona esprime tutto il suo disappunto dopo l'esito del controllo antidoping e la conseguente squalifica comminata dalla FIFA attaccando Blatter. Maradona si è sempre difeso affermando che la positività al test era dovuta all'ingestione di una bevanda energetica, la Ripped Fuel, datagli dal suo allenatore personale in sostituzione della Ripped Fast, che in Argentina usava regolarmente e che era permessa dalla FIFA, a differenza della Ripped Fuel, versione statunitense che, all'insaputa dell'allenatore, disse conteneva efedrina.
Con la squalifica per doping rimediata durante i Mondiali per positività all'efedrina, Maradona provò a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Dep. Mandiyú di Corrientes (dal 3 ottobre al 30 dicembre 1994), dove diede le dimissioni dopo uno scontro con la dirigenza del club, e il Racing Club (dal 6 gennaio al 26 marzo 1995), nel secondo caso Maradona lasciò la conduzione tecnica quando l'allora presidente del Racing perse le elezioni per rimanere a capo della società.
Ritiratosi dal calcio giocato, il 28 ottobre 2008 viene nominato nuovo CT dell'Argentina, dandone l'annuncio di persona, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile. Come suoi collaboratori vengono nominati Carlos Bilardo, tecnico dell'Albiceleste ai Mondiali 1986, Héctor Enrique, Campione del Mondo nel 1986 quando passò la palla per il gol del secolo di Maradona, e Alejandro Mancuso. La prima partita della sua gestione è stata giocata il 19 novembre del 2008 a Glasgow contro la Scozia e vinta per 1-0. Il 1º aprile 2009 l'Argentina subisce però la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, crollando 6-1 con la Bolivia, penultima in classifica. Nonostante le difficoltà incontrate nella strada verso la qualificazione a Sudafrica 2010, la Nazionale riesce a guadagnare la qualificazione per il torneo all'ultima giornata del girone battendo l'Uruguay a Montevideo il 14 ottobre 2009. Dopo la partita Maradona si è scagliato contro i giornalisti, colpevoli di aver messo in dubbio le sue qualità di allenatore. Per questo fatto la FIFA lo ha squalificato per due mesi. Dopo un inizio mondiale travolgente, grazie a quattro vittorie consecutive, il 3 luglio 2010 conclude malamente il Mondiale 2010 alla guida della nazionale argentina che viene sconfitta 4-0 dalla Germania nei quarti di finale. Parte della stampa argentina gli ha rimproverato la cattiva conduzione della squadra, augurandosi che di Maradona il calcio argentino faccia definitivamente a meno: «Si faccia a Maradona un monumento come miglior giocatore del nostro calcio, ma basta sfruttare la sua figura o che egli sfrutti questo suo merito per trasformarsi in un dinosauro da museo. Gli si faccia una gran festa e poi vada a scrivere le sue memorie. Se continuiamo così, finirà che diventerà rettore della Facoltà di filosofia o presidente della Nazione» Dall'altra parte, il popolo argentino ha accolto Maradona e la sua Nazionale come eroi, con oltre 20.000 persone ad aspettarli presso l'aeroporto e seguendoli per tutto il tragitto con cori festanti e fuochi d'artificio.
Il 14 maggio 2011, dopo 10 mesi di inattività, Maradona viene ingaggiato dall'Al-Wasl di Dubai firmando un contratto biennale da 4,5 milioni a stagione più un jet privato a disposizione come benefit. Si porta dietro i fidi Héctor Enrique come vice e Alejandro Mancuso come assistente. Viene presentato ufficialmente alla stampa il 4 giugno a campionato terminato definendo Joseph Blatter, rieletto per la quarta volta presidente FIFA, un «dinosauro» e «la persona meno opportuna per ricoprire un ruolo istituzionale così importante perché non ha mai tirato un calcio a un pallone». Il 15 settembre seguente perde la sua prima partita di Emirates Cup per 4-3 contro l'Al-Jazira. Debutta in campionato il 16 ottobre con la vittoria contro lo Sharjah per 3-0. Dalla Coppa del Presidente degli Emirati Arabi Uniti viene eliminato nei quarti di finale dopo la sconfitta per 3-2 contro l'Al-Wahda del 10 gennaio 2012. Debutta poi anche nella Coppa dei Campioni del Golfo il 6 marzo vincendo contro l'Al-Nahda dell'Oman per 0-2. L'11 marzo esce dall'Emirates Cup eliminato in semifinale dall'Shabab Al-Ahli dell'amico Fabio Cannavaro con il risultato di 1-0. Vincendo tutte e quattro le partite del girone della Coppa dei Campioni del Golfo si qualifica ai quarti di finale dove il 15 maggio elimina i connazionali dell'Al-Wahda per 5-3 ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari erano terminati con il risultato di 1-1. Il 26 maggio all'ultima giornata di campionato perde per 2-6 in casa contro l'Al-Alhi terminando il campionato all'ottavo posto con 26 punti. Conquista poi la finale della Coppa dei Campioni del Golfo il 30 maggio dopo aver superato i qatariani dell'Al-Khor in semifinale. Il 5 giugno vince la gara d'andata della finale per 1-3 contro l'Al-Muharraq del Bahrain. Il 10 giugno perde però la gara di ritorno ai rigori per 4-5 dopo che i tempi regolamentari erano terminati con il punteggio di 1-3 per gli ospiti. Il 10 luglio seguente dopo alcuni attriti con la dirigenza e con alcuni giocatori, viene sollevato dall'incarico.
Il 7 maggio 2017 viene nominato allenatore dell'Al-Fujairah, tornando così in panchina dopo cinque anni. La squadra gioca nella seconda divisione degli Emirati Arabi, firma un contratto annuale. Il 27 aprile 2018 si dimette dopo aver fallito la promozione in prima divisione, nonostante l’ottimo campionato, la sua squadra è stata l’unica a non aver perso neppure una partita in stagione.
Il 7 settembre 2018 viene annunciato come nuovo tecnico del club messicano Dorados, dove resterà fino al 2019. Successivamente diventa allenatore del Gimnasia La Plata.
Nel corso della sua carriera ha vinto 9 trofei con le squadre di club e 3 trofei con la Nazionale.
Premi di squadra:
Premi con la Nazionale:
Ha ricevuto altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio ufficiale FIFA come Miglior giocatore del XX secolo, e nel 1993 è stato insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli dalla federazione calcistica dell'Argentina (AFA). Nel 2002 è stato inserito nella FIFA World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali, ottenendo, tra gli undici della squadra ideale, il maggior numero di voti. Nel 2004 è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, stilata in occasione del centenario della federazione. Nel 2012 viene premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai Globe Soccer Awards e nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i giocatori stranieri.