Maradona, luci e ombre sulla morte. L'avvocato di Luque si difende: "Le figlie decisero come curarlo"

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Leopoldo Luque, medico di MaradonaLeopoldo Luque, medico di Maradona

Il Mattino intervista Julio Rivas, avvocato di Leopoldo Luque, il medico accusato di aver causato la morte di Maradona

Ultime notizie Napoli. Oggi Il Mattino torna a parlare di Diego Armando Maradona, gettando nuove ombre sulla morte del campione argentino scomparso lo scorso 25 novembre. Le indagini della magistratura puntano il dito contro Leopoldo Luque, il neurochirurgo che lo ha curato fino all'operazione al cervello. Il Mattino ha intervistato il suo avvocato Julio Rivas, al quale sono state chieste maggiori spiegazioni: «Attendiamo serenamente che sia depositata in marzo la perizia medica. Che confermerà, come emerse dall'autopsia, che Maradona morì per un infarto nella notte. Non vi furono cattive cure mediche». L'avvocato nega le accuse nei confronti del suo assistito e precisa che al momento non esiste alcuna accusa di omicidio colposo e Luque non compare nel banco degli imputati, così come ha negato che Luque sia stato accusato di aver falsificato la firma di Maradona.

Luque, parla l'avvocato del medico di Maradona

Il suo cliente curò adeguatamente Maradona? «Luque se n'è sempre preso cura e la sua presenza come medico di fiducia vi è stata fino al giorno in cui Diego ha lasciato la clinica Olivos ed è stato trasferito in una casa di Tigre, affittata dalle figlie che hanno anche stipulato un accordo con un'azienda sanitaria per le cure domiciliari, in particolare per la sua astinenza dall'alcol. In quella abitazione Luque è stato tre volte, l'ultima nella domenica precedente alla morte di Maradona. Si recò per una visita da amico e per togliere i punti dopo l'operazione alla testa, dal momento che, per decisione delle figlie, non era più responsabile generale dell'assistenza a Diego».

Perché Maradona dopo l'intervento alla testa non è rimasto in clinica ma è stato trasferito in un appartamento? «L'operazione neurochirurgica era andata molto bene e Diego restò in clinica solo pochi giorni in più per la sindrome da astinenza: chiedeva con insistenza di uscire, infatti. Si è quindi deciso di trasferirlo in quella casa affittata dalle figlie».

Perché Luque usò in una conversazione telefonica l'espressione il grassone morirà di m... quel 25 novembre? «Non mi ha detto niente al riguardo e non posso commentare». Luque ha dichiarato che Diego che era un paziente ingestibile. «Sappiamo tutti, e tutti i testimoni lo dichiarano, che era un paziente complesso e difficile».

Maradona e Luque
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