Pagelle Lazio-Napoli: tutto calcolato, anche la brutta figura

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Pagelle Lazio-Napoli: tutto calcolato, anche la brutta figura

Termina il match degli ottavi di finale di Coppa Italia con il Napoli che ha affrontato la Lazio. Le pagelle Lazio-Napoli su CalcioNapoli24, con i voti e la spiegazione dettagliata per ogni singolo calciatore azzurro.

Voti Lazio Napoli. Pagelle Lazio-Napoli, voti della partita

di Claudio Russo (@claudioruss)

Caprile 5 - Ritrova una maglia dal 1’, quando Pedro lo assedia la butta in fallo laterale. Lo travolge in occasione del rigore, uscendo avventatamente, e si risolleva bloccando il penalty. Respinge il destro di Lazzari al 58’, ma si nota il cambio di atmosfera con una diversa coppia di centrali.

Zerbin 4,5 - Ruolo inedito, e di fronte ha Zaccagni: lo soffre moltissimo e a nulla valgono i compagni che Conte manda per aiutarlo. Sul 2-1 non è reattivo sul tocco lento di Raspadori. Schierarlo in una posizione non sua, con compagni del tutto nuovi: ma cosa ci si aspettava? (Dal 72’ Di Lorenzo SV)

Rafa Marin 5 - In occasione del rigore si ferma in mezzo al campo, al 24’ libera l’area di testa e poco dopo si fa ammonire. Preciso al 31’ su Pedro, nell’azione del raddoppio lascia troppo spazio a Zaccagni. Non regala mai sicurezze, e non solo per colpa sua.

Juan Jesus 5 - Pedro gli sfugge via involandosi nel guadagnare un rigore, sul 2-1 la palla orizzontale gli passa davanti e lui è inerme. Sul 3-1 ci mette il piede ma almeno evita l’autogol perchè il pallone era già diretto nello specchio. Al 59’ tenta una verticalizzazione, ampiamente fuori misura.

Spinazzola 4,5 - Va al cross al 39’ ed è la prima volta che lo si nota. Poi Noslin lo evita con una finta semplice per il 2-1, palesando difficoltà notevoli, e sul 3-1 gli fa fare brutta figura.

Folorunsho 5 - Debutto dal 1’, chiede palla al 13’ e Ngonge sbaglia. Nascosto per tutto il primo tempo, quasi mai coinvolto fin quando non rischia il colpaccio su Rovella. Non è un costruttore di gioco, si vede, e fatica assai. (Dal 72’ McTominay SV)

Gilmour 5 - Deve industriarsi in un reparto che non lo vede protagonista, sovrastato fisicamente quando c’è più di un laziale dalle sue parti. Tiene Noslin in gioco sull’1-0, serve Neres nel finale di primo tempo. Trascinato anche lui in un buco nero.

Ngonge 5 - Si allunga il pallone al 13’, poi deve abbassarsi molto perchè Zaccagni spinge assai. Offensivamente non è tra quelli che si mettono in mostra con più continuità, se non per un guizzo al 67’. (Dal 72’ Politano SV)

Raspadori 4,5 - Aveva chiesto spazio, l’ha avuto in Coppa Italia: arretra il raggio d’azione, scambia con Ngonge ma non è conosciuto per il suo lato difensivo: lascia Noslin da solo per l’1-0, poi sbaglia il passaggio che dà il via all’azione del 2-1, non argina Zaccagni nel cross del terzo gol. (Dall’85’ Lobotka SV)

David Neres 6 - Arretra per formare la linea di quattro centrocampisti, un barlume di talento in mezzo a tanti giocatori messi in campo: ha l’idea che porta al pareggio, un’altra che manda Simeone al tiro. Vista la pochezza di chi gli è attorno, non gli si fa una colpa se si mette in proprio.

Simeone 6 - La Lazio è la sua vittima preferita in A, ma stavolta è Coppa Italia e nei primi 12 minuti non tocca mai palla. Un colpo di testa in mezz’ora, poi si ricorda della questione della vittima preferita e segna da rapace d’area. Uno dei due che non demerita. (Dal 78’ Lukaku SV)

Conte 5 - Cambiare tutti gli undici effettivi era un rischio, calcolato ma comunque un rischio: chiude gli spazi centrali e concede le fasce, dandosi alle ripartenza con Neres e Simeone. La Lazio nel primo tempo domina territorialmente, al di là del rigore guadagnato i suoi si schiacciano dietro (45 tocchi i quattro attaccanti in 30’). Il gol di Noslin è uno schiaffo meritato, la reazione di forza fa piacere. Però si vede che è un gruppo di giocatori che non gioca assieme ma si allena soltanto - il che è tutto diverso. L'impressione che ne scaturisce è che li abbia gettati al macero: la Coppa Italia francamente è stata vista come un qualcosa di troppo, vista anche la rinuncia ai cambi per 70 minuti. Mancano distanze, ritmo, un po’ di tutto. Non avrebbe rappresentato un delitto schierare dall’inizio qualche titolare, ma ha preso una posizione e adesso la mente è solo sul campionato con i 14-15 giocatori di cui accennava. Ha scelto lui di schierare undici giocatori a secco di minuti assieme. Tutto calcolato, anche la brutta figura. E senza infortuni, di più. Oppure: schierarli così è un messaggio alla società, come a dire che in determinati ruoli manca un determinato livello di qualità.

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