L’ex portiere italiano oggi dirigente sportivo del Siracusa e commentatore tv, Walter Zenga, è intervenuto a ‘Champions Lounge’ - salottino di approfondimento calcistico in onda ogni giovedì sul canale Twitch dedicato con Fabio Cordella, Sabrina Uccello e Marco Giordano - commentando l’attualità del calcio italiano nei suoi temi più attuali e caldi.
TRA NAPOLI E INTER “Oggi la classifica dice che il confronto sia tra Inter e Napoli. I match però si susseguono uno dopo l’altro, e sicuramente il vantaggio del Napoli rispetto all’assenza di coppe da giocare è reale. Sebbene una squadra abituata a disputare tanti match importanti, a sua volta ha un vantaggio perché non deve riprogrammare la giornata. Non deve aspettare più giorni per riprendersi da una sconfitta o smaltire l’entusiasmo. Ci sono dei pro e dei contro, insomma. Gli azzurri comunque giocheranno contro Atalanta e Inter e si avranno delle risposte più adeguate. Antonio Conte o Simone Inzaghi? Sono tecnici con due condizioni diverse. A Conte puoi affidare una ristrutturazione completa e ci riesce d’immediato. È accaduto anche col Tottenham, che ha portato in Champions League. Un suo grande pregio è che dovunque è riuscito a ricostruire. Simone invece ha allenato Lazio e Inter e ha portato entrambe ad altissimo livello. Sul lungo termine quindi vado su Inzaghi, sul breve vado su Conte”.
LE BANDIERE NEL CALCIO “Oggi l’Inter in rosa ha Federico Dimarco, che si è formato nel settore giovanile del club. Ma si tratta di uno dei pochi casi di calciatori che sono andati in prestito e poi tornati alla squadra che li ha lanciati e divenuti titolari. Tante cose sono cambiate, quale lo stesso rapporto fra calciatori e giornalisti. Prima l’intervista si faceva fuori dallo spogliatoio, e questo ora non esiste più. Io sono stato all’Inter sia nel settore giovanile che in prima squadra per un totale di 23 anni, era tutto differente. C’era più senso di appartenenza vero. La maglia non la baciavamo per scherzo. Ora si gioca per un anno in una squadra e non si esulta per rispetto… è facile ora prendere il cuore e dividerlo in spicchi a seconda di dove si giochi. Da ragazzo io andavo in Curva all’Inter e la seconda squadra di cui ero simpatizzante era la Sampdoria. Ho avuto la fortuna di giocare per entrambe. Meglio di così… Le proprietà di oggi non hanno conoscenza spesso del passato, infatti sono fuori dai club personaggi come i Totti, Del Piero, Maldini, De Rossi”.
LA JUVENTUS “I bianconeri hanno perso Bremer, un pezzo da 90. Da quel momento - come contro l’Inter e in Champions League - hanno subito vai gol. Poi non hanno nemmeno Koopmeiners o Nico Gonzalez. Non parlo del sostituto di Vlahovic perché, se guardiamo fuori, non è che esista un vice Haaland, che gioca sempre. Quindi è vero che in alcuni casi si cercano delle giustificazioni, ma qui sono fatti reali. Se perdi giocatori così, sfido a vedere il rendimento come va. Per ora la Juve è abbastanza penalizzata da ciò a mio modo di vedere”.
I PORTIERI “In assoluto mi piace Di Gregorio, rientra in un contesto di qualità assoluta. Maignan è stato un punto forte lo scorso anno insieme a Theo Hernandez e Rafa Leao. Ora sta andando meno bene, ma paga il discorso di negatività che c’è intorno al Milan. Anche a me è capitato all’Inter di non giocare bene quando intorno a me le cose non andavano nel verso giusto. Mi lasciavo andare dietro alle problematiche. Sommer lo comprerei sempre per rendimento. Magari non fa parate straordinarie, ma ti garantisce per tutto l’anno un rendimento oltre la sufficienza, da 6.5. Meret invece è fra i più sottovalutati: ha vinto uno scudetto e ora è in testa alla classifica. Contro il Milan ha fatto parate determinati ad esempio, ma anche contro il Lecce. Caprile è un portiere che a sua volta può essere titolare e ce ne sono molti altri di Italiani. La scuola di portieri nostrana è di alto livello. Comunque, fra questi oggi prenderei Di Gregorio perché giovane e con grandi margini di miglioramento, oltre che tecnicamente valido”.
IL MILAN “Noto rassegnazione nei milanisti. Prima di Inter-Juventus, ho guardato Real Madrid-Barcellona e ho ripensato a un paio di anni fa quando i blaugrana avevano il blocco sul mercato. Da lì hanno tirato fuori gli Yaman e Pedri. Noi in Italia facciamo una prima pagina se un giovane fa 7’ in Champions League, come accaduto con Camarda. Qualcosa non quadra. Siamo sicuri che i vari giocatori che arrivano e costano anche molto siano più forti dei nostri giovani?”
IL CASO MANCINI IN ARABIA SAUDITA “Io ho allenato l’Al-Nassr nel 2010 - la squadra di CR7 oggi - e da giugno a dicembre perdemmo soltanto due partite, di cui una in amichevole contro la Juventus. Finirono per non pagarmi per sei mesi… Così quando ho visto Roberto Mancini in alcuni video discutere in tribuna, ho capito che non fosse più tollerato. Lì il calcio non è brutto, anzi. Gli stadi sono nuovi, belli, funzionali e sempre pieni ma c’è ancora quella non-pazienza. Prendono il migliore, come ad esempio accaduto con Mancini, per vincerle tutte. Se non accade, già è considerato un fallimento”.