Ultras Napoli, arriva la presa di posizione dopo le proteste delle ultime settimane e il continuo divieto da parte delle autorità di far entrare striscioni e vessilli dei gruppi organizzati. Alessandro Cosentino, leader Fedayn, gruppo storico della Curva B, prende la parola e lo fa ai microfoni di Canale 21 nel pre-partita di Napoli Milan 0-4.
Ecco le dichiarazioni di Cosentino, ultras Napoli della Curva B a capo dei Fedayn: "Credo di poter dire con molto orgoglio che siamo gente che non ha mai chiesto niente. Tutto quello che abbiamo fatto nella nostra vita da ultras lo abbiamo fatto sempre con le nostre forze e soprattutto con il nostro modo di essere, indipendenti e autonomi da quelle che possono essere le società, dai tempi di Ferlaino a oggi, con il passaggio dei vari Corbelli e quello che abbiamo vissuto in questi anni. Forse siamo fieri proprio di questo, della nostra pulizia".
Continua la protesta in Curva, mentre lo scudetto si avvicina: "Qui era tutto già pronto perché sappiamo che il mondo ci stava aspettando. Le curve di Napoli sappiamo bene quanto sono belle e quanto sono calde, soprattutto quanto non abbiano mai mollato nel bene e nel male, ma soprattutto nel male. Perché oggi ci stiamo vivendo la parte bella di questa società, ma non dimentichiamoci che alcuni di noi vengono dai fallimenti, dall'era Ferlaino. Io sono fortunato ad aver vissuto gli altri due scudetti. Era già tutto pronto. Non voglio essere volgare, ma evidentemente chi è a capo di questa società ha deciso di fare il primo attore".
Le accuse di droga: "Invito a chi ci dice che siamo dei drogati e degli spacciatori, domani mattina in una clinica facciamo un esame del cuoio capelluto e vediamo chi si è drogato negli ultimi venti anni, se ci siamo drogati noi o se si è drogato qualcuno che forse milita nelle tribune".
Sulla festa scudetto e l'ipotesi di chiudere Piazza del Plebiscito, Cosentino si rivolge a De Laurentiis: "Tu sei il presidente di questa squadra, ma non sei certamente il padrone di Napoli. Quella è la nostra piazza e di sicuro, di sicuro, non sarà la tua festa. Allora noi diciamo: facciamo in modo che la squadra possa gioire con l'intera popolazione. Blindiamo i quartieri, facciamoli transennare, ma la squadra dovrà passare. Poi dopo vuole fare la nave in mezzo al mare, vuole fare tutto, è un problema che non ci riguarda assolutamente. Ma noi non possiamo permettere a una persona che è sempre lontana da questa città di poter dire che Piazza del Plebiscito è una piazza che verrà chiusa e verrà data solamente ai tifosi che lui conosce".
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