A â1 Football Clubâ, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mirko Taccola, allenatore ed ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni.
Parere sulle partite di Champions? âHo visto qualcosa, devo ammettere che il Napoli ha buone possibilità anche in Champions. Non potremmo nemmeno parlare di outsider, ma di vera e propria squadra da battere. Se riuscisse a dare continuità di prestazione anche in coppa sarebbe dura per le avversarieâ.
Gioco di Spalletti moderno ed allenante per le partite internazionali? âIl possesso palla aiuta a subire meno gli avversari. à la strategia un poâ di tutti, seppur con risultati diversi. Il Napoli è una squadra davvero forte tecnicamente, ed in tutti i reparti. Ciò le consente di gestire in modo eccelso la palla, a differenza di altri clubâ.
Kvaratskhelia, Kim, Osimhen e Lobotka: chi lâha impressionata maggiormente? âKim e Kvara, anche perché sono arrivati da semi-sconosciuti e tra lo scetticismo generale. I due citati erano chiamati a sostituire giocatori davvero importanti, colonne del passato come Koulibaly ed Insigne, un compito che poteva pesare mentalmente. Lobotka e Osimhen, invece, li conoscevamo abbastanza bene, seppur cresciuti tanto nellâultimo annoâ.
Quanto è cambiato il ruolo del difensore rispetto al passato? âPrima si marcava a uomo, e posso dire che si marcava meglio. Ora alleno in Serie D, ed ho una visione anche più giovanile, e posso confermare le difficoltà dei difensori nelle marcature. Ai miei tempi si nasceva marcatori, piuttosto che difensori centrali. Si giocava meno da dietro, ma si marcava in maniera efficace. Oggi, vedo delle cifre allucinanti sui difensori, questo perché mancano calciatori in quel settore. Manca una scuola, anche in Italia, che era il grande esempio del calcio europei per difensori e portieriâ.
Perché in Italia si fa fatica a coltivare giovani talenti? âIn Serie D, che dovrebbe essere un buon bacino anche per i giovani italiani viste le regole sul loro impego, non si registrano grandi risultati. I calciatori giovani giocano ma senza fornire prestazioni convincenti. Sono convinto, infatti, che dovrebbe essere il merito e la qualità a determinare chi debba giocare. In Italia non riusciamo ad emulare lâesempio degli altri paesi, dove ci sono scuole che fanno un lavoro incredibile. LâAjax è un esempio eccezionale a tal riguardo. In Italia, invece, preferiamo prendere giocatori già fatti, o lasciarci scappare giovani promesse tra estero e categorie inferiori. Il danno maggiore è proprio sulla nazionale, dove notiamo tutte le difficoltà degli ultimi anni. Mancini è alle prese con un problema di ricambio generazionale, soprattutto in difesa ed attacco, ruoli nei quali non vedo calciatori in grado di raccogliere lâeredità dei campioni passatiâ.
La discontinuità dellâInter è una responsabilità di Inzaghi? âCredo che la colpa sia del Napoli. Il suo percorso influisce su quello delle inseguitrici. Nel lungo, giocare sapendo che ci sono punti incolmabili con una capolista che non accenna a fermarsi, incide sulle prestazioni. Le avversarie percepiscono che i giochi sono già fatti, e questo complica soprattutto lâapproccio mentale. Le inseguitrici sono grandi squadre, che riescono ad eccellere nel singolo big match, ma hanno trovato un Napoli davvero eccezionaleâ.
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