SSC Napoli, il responsabile sanitario Canonico: "Un elettrocardiogramma può salvare una vita! L'anno scorso un nostro giocatore..."

Le Interviste  
SSC Napoli, il responsabile sanitario Canonico: Un elettrocardiogramma può salvare una vita! L'anno scorso un nostro giocatore...

Notizie Napoli - Raffaele Canonico, responsabile sanitario della SSC Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC a poche ore dall'evento che si terrà a Villa Colonna Bandini il 22 marzo 2025: "Le Giornate Reali della Cardiologia dello Sport 2025”. Nell’ambito di questa importante manifestazione si terrà il convegno scientifico “Allenare e Studiare il Cuore 2025 Aritmie e Sport”, che sarà principalmente incentrato sull’aritmologia dello sport e sull’importanza di distinguere alterazioni del ritmo cardiaco che possono essere fisiologiche nel contesto del cuore d’atleta, da condizioni aritmiche che possono invece suggerire la presenza di una condizione patologica, che può costituire una minaccia per l’incolumità dell’atleta.

Il convegno, il cui board scientifico è costituito dal responsabile scientifico Dott. Antonio Russoconsulente cardiologo della SSC Napoli e specialista dell’Asl Napoli 2 Nord e dai Dott. Raffaele Canonico e il Dott. Gennaro De Luca, rispettivamente responsabile sanitario e medico sociale della SSC Napoli, punta a svolgere un ruolo fondamentale come giornata di formazione per medici dello sport e cardiologi e come giornata di confronto tra esponenti di diverse società scientifiche quali SIC Sport, ANCE e SIT.

Queste le parole di Raffaele Canonico

Quali azioni sono necessarie affinché si assicurino i controlli medico/sportivo efficaci per garantire la sicurezza degli atleti?

“Questo è un tema piuttosto particolare, io mi sono laureato e specializzato nel 2004. Sono da 21 anni specialista in medicina dello sport. Purtroppo ti devo dire che è cambiato poco da quel momento. Noi viviamo una situazione paradossale. L’Italia è opinion leader in questo settore, però purtroppo poi spesso soprattutto scendendo di livello i controlli non sono accurati e non sono fatti come dovrebbero essere fatti. 

Da un lato in Italia ci troviamo con un know how di conoscenze che si aggiornano continuamente in merito alla cardiologia dello sport, spesso ci troviamo atleti che provengono dall’estero che non hanno neanche fatto un elettrocardiogramma.
Dall’altro lato invece più si scende di categorie, troviamo a causa di medici faciloni o di società che fanno più visite in un unico pomeriggio, una visita che viene fatta solo per ottenere il certificato. 

Il caso Bove? Ne possiamo parlare perché fortunatamente Bove si trovava su un campo di calcio di Serie A. In 3-4 minuti è stato stabilizzato e poi è stato fatto ciò che andava fatto. É ancora tra noi, ne parla, gira con la squadra. Già questo fa capire la qualità e la tempestività dell'intervento. Quello che c'è da fare è informare le famiglie, c'è troppa carenza di informazione. Un elettrocardiogramma o una prova da sforzo possono salvare vite. 

Come può il giornalismo aiutare in questo ambito? In primis senza diffondere fake news. L'anno scorso un nostro giocatore (Zielinski ndr.) lasciò la nazionale per un'angina, che in inglese di fatto significa mal di gola. Invece le fake news sul web distorsero la notizia facendo trapelare che di fatto il giocatore avesse avuto un infarto. Invece bastava verificare la notizia ed evitare questa vicenda, dato che si trattava solo di un mal di gola. Il giocatore nel frattempo mi scriveva messaggi chiedendomi perché in tantissimi gli stessero scrivendo per chiedergli come stesse e cosa avesse avuto". 

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