Su CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto in esclusiva il personal trainer ed educatore alimentare del club azzurro, Tiberio Ancora, per parlare del lavoro che viene svolto quotidianamente con la squadra. Di seguito le parole di Tiberio Ancora a Radio CRC:
«Sono stato un ex calciatore ed ho sempre curato l’aspetto fisico, anche 30 anni fa. Questa visione, quasi maniacale, che avevo di curarmi l’alimentazione e fare allenamenti sulla forza, mi ha dato l’idea completa di quella che poteva essere l’efficienza fisico-organica di ogni calciatore. Ho studiato e ho preso qualifiche mentre giocavo: questo mi ha permesso di mettere in pratica quello che adesso è diventato il mio lavoro. Ho iniziato ad usufruire dei vantaggi che potevo trarre dalla cura del dettaglio. Così ho potuto avere una carriera più lunga: sono arrivato a giocare fino a 40 anni. Una passione che oggi è il mio lavoro.
Conte? Vi racconto un aneddoto. L’ultima partita di Antonio Conte con il Lecce la giocava contro il Messina, in cui giocavo io. Successivamente lui andò alla Juventus. Siamo sempre stati amici, ma non ci siamo mai frequentati. Quando ho iniziato l’attività di personal trainer ed educatore alimentare, lui è stato sempre attento ai miei passaggi. Un giorno mi incontrò al mare, 18 anni fa, e mi propose di collaborare con lui: all’epoca era una visione sconosciuta quella del mio ruolo all’interno di una squadra. A livello professionale per me rappresenta un punto di riferimento essenziale, perché la sua cura dei dettagli e la sua maniacalità nel portare avanti questi discorsi, lo rendono uno dei migliori allenatori al mondo. Riesce ad avere una visione, a cui gli altri arrivano sempre dopo: questa è una caratteristica che lo rende unico.
A livello umano gli sono molto legato, è una persona estremamente umile, disponibile, simpatica: fuori dai riflettori del calcio ti accorgi di quanto sia cordiale, socievole e spassoso. Per lui mi butterei nel fuoco, lo rispetto e gli voglio davvero bene. Ha la mia massima considerazione sia sotto il profilo professionale che umano. Io ho una visione tutta mia. Un atleta secondo me deve avere delle percentuali ben precise a livello di condizione generale, e questo passa attraverso massa magra, massa grassa, idratazione, agilità, forza, resistenza, frequenza cardiaca. Io faccio tutte queste valutazioni per capire l’efficienza fisica, organica e mentale di ogni calciatore: ho dei parametri e delle percentuali, che non dirò mai – ride n.d.r. – che un atleta per rendere al massimo deve assolutamente soddisfare. Chi esce da questi parametri si vede che non è in condizioni o è predisposto ad infortunio. Tutte queste valutazioni le elaboro e le inserisco in dei software, prima di interpretare questi risultati. Riesco ad avere una visione completa di come portare l'atleta a stare in queste percentuali.
Una volta che ci sta dentro ti assicuro che la sua efficienza fisica, organica e mentale è ai massimi livelli. Tutto passa attraverso l’alimentazione, l’integrazione, i lavori sulla forza e l’intensità.
Lavoro individuale sui calciatori? La valutazione oggettiva e la condizione di ogni calciatore sulla base di questi dati, mi danno il riferimento di come poter intervenire. Quindi a seconda della tipologia corporea e della condizione, li personalizzo e mi confronto con il preparatore atletico, con il mister e con il dottore per essere un valore aggiunto e far sì che il mio intervento possa essere utile a migliorare la condizione dell’atleta.
Ogni nazione ed ogni giocatore ha i suoi riferimenti alimentari, però i macronutrienti sono gli stessi ed esistono dappertutto. Io punto a conoscere il cibo disponibile nelle varie città e nazioni ed adattare il tipo di alimentazione secondo quei riferimenti. Tutti gli atleti stranieri che abbiamo seguito hanno reso al massimo. I calciatori hanno tanta voglia di migliorarsi, ma spesso non sanno come farlo. Alcuni calciatori mi continuano a chiamare anche quando smettono di lavorare con noi.
Consigli per gli ascoltatori? I miei riferimenti sono quelli basati sull’uomo paleolitico, quindi mi baso su carne, pesce, frutta, verdura e uova: mangiare a sazietà senza contare le calorie. Mi sentirei di dare questo consiglio, molto semplice ma efficace. Chi vuole risolvere problemi alimentari, con questi riferimenti può farlo.
L’avvento di malattie, come diabete e colesterolo, è dovuto ad un’alimentazione scorretta e cibo spazzatura che ormai si trova dappertutto. Il fatto di avere meno impegni, a livello di numero di partite, ti consente di curare maggiormente il dettaglio. Ma il mio lavoro non cambia, perché la richiesta energetica è sempre bilanciata alla propria condizione.
Se ho una percentuale ottimale, pianifico quello che serve a seconda del carico di lavoro dovuto alle partite. Mi regolo di conseguenza, sempre dopo una valutazione oggettiva della condizione. Io personalmente consumo 5 uova al giorno, tutti i giorni forse da 15 anni. Le uova portano dei nutrienti fondamentali per la ricostruzione muscolare, perché sono ricche di proteine. Ci sono tanti riferimenti all’interno delle uova. Vengono demonizzate, ma è sbagliato: quando ci si trova dei valori non idonei, si pensa sempre che siano le uova il motivo. Ma ci sono altri riferimenti che invece influiscono.
Pane e pasta? Ora scateno un’altra guerra – ride n.d.r. –. Io pane e pasta non li mangerei mai, apporterei tutti i carboidrati da fonti importanti, come frutta e verdura, che si possono mangiare a sazietà senza contare le calorie. Il mio riferimento, lo ribadisco, è abbinare proteine con frutta e verdura. Poi ovviamente nella giornata libera ti puoi concedere ciò che vuoi.
Concedersi una giornata libera durante la settimana non è assolutamente un problema. Mozzarella e pizza vanno bene, ma non tutti i giorni. Se si vuole avere un fisico asciutto, tonico e definito questi alimenti non modellano il corpo. Ma logicamente in una giornata libera ci si può concedere quello che si vuole».