Roberto Sosa, ex attaccante del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere del Mezzogiorno. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24
Si soffre così tanto in panchina?
"Direi di sì. A nessun giocatore piace stare a guardare. E, devo dire la verità, neanche a me stava così bene. Non avevo la qualità tecnica di Mertens, ma mi arrabbiavo lo stesso, senza però mai permettermi di farlo in campo. Avevo troppo rispetto soprattutto per i tifosi"
E quindi?
"Ne parlavo con l’allenatore, Reja. Cercavo il confronto chiaro e leale. Gli dicevo che rispettavo la sua decisione ma non mi gratificava entrare sempre a gara in corso".
E cambiava qualcosa?
"Sinceramente no. A quel punto facevo in modo di metterlo in difficoltà e gli dimostravo tutte le volte che i gol li sapevo fare e che a volte davano punti alla squadra".
Insigne ha avuto una reazione pubblica.
"Ha sbagliato. Nessuno mette in discussione il suo talento, ci mancherebbe. E capisco pure che nessuno al mondo accetta la panchina, ma sia lui che Mertens si chiariscano lontano dal campo. Facciano gli uomini e ne parlino solo con Sarri. Non è bello vedere certe scene, soprattutto in un momento così emozionante per il Napoli".
Questione di maturità?
"Sì, dovranno tutti e due ancora crescere. Ma a me nn è capitato di sbottare così neanche da giovanissimo. Sarà per l’educazione che ho ricevuto. Detto questo, dico che per l’ allenatore è sempre un bene avere in squadra giocatori che litigano per giocare. Aumenta la competitività e quindi il rendimento".
Certe reazioni possono minare la serenità del gruppo?
"Se sono continue sì. Mi auguro che non succedano più. Mi preoccuperei però più dei bambini che guardano. E dell’insegnamento che ricevono".