Lo scrittore napoletano Roberto Saviano è intervenuto ai microfoni di Radio CRC, emittente partner della SSC Napoli, nel corso di "A Pranzo con Umberto Chiariello". Di seguito le sue dichiarazioni, così come riportate dall'emittente.
"L'Inter vuole denunciarmi per la mia storia su Instagram? Si andrebbe ad aggiungere a mille altre denunce. Io volevo innescare indignazione proprio nei tifosi interisti: volevo generare ciò che si è generato a cascata. L'inchiesta Doppia Curva, inchiesta tra le più importanti fatte nel mondo occidentale, mostra come la dirigenza delle curve delle squadre milanesi sia assolutamente infiltrata. Stiamo parlando di infiltrazioni di altissimo livello: il clan Mancuso nella curva milanista ed il clan Bellocco nella curva interista. I dirigenti, che hanno rapporti diretti con le società, sono scelti di fatto dalle organizzazioni criminali: non stiamo parlando di semplici alleanze, la situazione quindi merita un allarme. Io ho voluto usare, forzando ovviamente, il gol del Bologna, che è un fatto sportivo, per fare luce sul fatto giudiziario. Le società tendono ad utilizzare la vittoria sportiva per non intervenire su questi temi.
Loro rispondono che sono parte civile e parte lesa, ma anche su questo c'è molto da dire: l'inchiesta parte nel 2018 e l'Inter e il Milan annunciano di essere parte civile nel 2025 alla prima udienza, ma non fanno nessuna denuncia. Nel frattempo ci sono decine di arresti, 3 morti interni alle curve e non c'è nessuna denuncia. Persino la Juventus, che ha sempre avuto un rapporto freddo con la possibilità di denunciare le infiltrazioni della proprio Curva, fa partire da una propria denuncia l'inchiesta del 2016, Alto Piemonte. Non accade così per la vicenda Inter.
Ho usato una provocazione, non fine a sé stessa, ma per fare sì che questa sconfitta possa accendere la luce sul fatto che la curva è infiltrata e che le inchieste sono gravissime. I tifosi sono rimasti delusi da questa mia critica, ma ovviamente io faccio riferimento alla dirigenza della curva. E poi mi viene detto "pensa al Napoli": io ho sempre denunciato le infiltrazioni criminali nelle curve del Napoli, ho raccontato di Genny La Carogna come camorrista. Nel caso Napoli, però, la dinamica è diversa: proprio perché è una squadra che ancor prima delle milanesi ha avuto un'infiltrazione terribile, negli ultimi anni c'è un percorso diverso.
Io per anni ho avuto i tifosi del Napoli contro e gran parte della città ancora oggi che mi accusa di diffamare Napoli. Il Napoli ha ancora del lavoro da fare, ma ha fatto una scelta diversa negli ultimi anni, altrimenti sarebbe stato sommerso dalla camorra. Infatti nelle ultime indagini le organizzazioni narcotrafficanti napoletane hanno invaso l'Olimpico, sono entrate in un'altra dinamica.
Inter responsabile? Abbiamo degli elementi più che indiziari ad oggi, che parlano di un'acquiescenza totale della società. Abbiamo criminali che nel caso dell'indagine Doppia Curva parlano direttamente con Inzaghi, che ovviamente non è tenuto a conoscere la fedina penale di queste persone. Questo però vuol dire che questi soggetti sono arrivati ad avvicinare completamente il club. Le società non devono fare finta di lasciar galleggiare le cose.
Le famiglie ndranghetiste che si occupano di calcio hanno un guadagno relativo rispetto agli investimenti che hanno in gran parte del paese, ma sono arrivati ad entrare nelle mira dell'Inter e del Milan, perché è una città controllata da queste situazioni. Ad oggi la città con il maggior capitale mafioso d'Italia è Milano.
Il mio commento nella storia non è da tifoso, ma punta a far sì che si interrompa questo meccanismo per il quale la vittoria sportiva venga utilizzata per impedire a Inter e Milan ad essere solerti nel rispondere.
Se si studiano le inchieste, ciò che emerge è spaventoso: i legami sono strettissimi. Il problema è che in genere si tende ad escludere il momento sportivo da quello giudiziario. Per me era fondamentale mettere in corto circuito le cose: quel gol poteva interrompere questa specie di benevolenza verso la società in nome delle vittorie. La crisi sportiva è importante per raggiungere una verità, per quanto mi rendo conto sia doloroso per un tifoso. L'omertà su queste vicende, però, è immensa. Non trovo manipolatorio dire che se l'inchiesta Doppia Curva fosse avvenuta a Napoli, avrebbe avuto un'eco molto più grande, non per il pregiudizio, ma perché il territorio ha un'abitudine a narrare queste vicende per la sua storia anti-mafia e di camorra.
A Milano, invece, il percepito è come di un'invasione di realtà mafiose dal Sud. Non è così, i dirigenti sono tutti milanesi. Bellocco, uno dei vertici della 'Ndrangheta, viene ucciso da un ultras e dietro ci sono delle vicende articolate che so bene fanno tremare la società: me ne sto occupando e ne farò dei video nelle prossime settimane. Si parla di figure che hanno controllato tutta la filiera della comunicazione del brand".