"I gay nel calcio ci sono stati, ci sono e ci saranno. Spero che questa vicenda, nata male e finita bene, li aiuti a venire allo scoperto. Almeno nel Napoli non avrebbero problemi". Intervistato su 'Chi' da Alessandro Cecchi Paone, il tecnico del Napoli Maurizio Sarri torna sulla rissa verbale con l'allenatore dell'Inter Roberto Mancini, che è costata al mister del Napoli una squalifica e le accuse di essere razzista e omofobo.
"C'è bisogno di esempi importanti, che indichino a tutti la via del rispetto delle differenze reciproche - aggiunge Sarri - È già successo in altri settori che influenzano la pubblica opinione, ora è la volta del mondo del pallone, quello decisivo per il sentire comune degli italiani. La compattezza del gruppo non viene mai messa a rischio dalle abitudini private degli atleti. I problemi vengono solo da eventuali rivalità tecniche o dalle inimicizie che a volte si scatenano fra le rispettive mogli e fidanzate". "Senta, ma lei mi ha visto bene? - prosegue l'allenatore toscano tornando su quanto accaduto in occasione di Napoli-Inter - Io a Mancini volevo colpirlo sul fatto che scende in campo elegante come per un ricevimento. 'Fighetto' volevo dirgli, mica quella roba sul sesso!".
Nell'intervista Sarri spiega di non essere omofobo: "Penso al mio migliore amico gay, un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia". Sarri è stato accusato anche di essere 'razzista'. «Meglio ancora! La faccio parlare con la mia suorina del Valdarno. Si occupa delle donne africane in difficoltà con la sua casa famiglia qui in Italia e direttamente laggiù tramite le adozioni a distanza. Con i miei amici la finanziamo da dieci anni». Eppure quella parola "frocio" ammette di averla pronunciata? "Ma ce lo vede - conclude Sari - un toscanaccio come me che in una lite coi nervi a fior di pelle dice all'altro solo che è un "precisino"? Ho sbagliato, lo ammetto".