Santo Romano, la madre: "Ringrazio Meret per il bel gesto, mio figlio era un suo fan. Lancio un appello alla città"
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello” è intervenuta la madre di Santo Romano, Mena Di Mare.
Di seguito le sue parole:
«Io provo un grande dolore, chi è genitore può immaginare quello che provo. Combatterò per far avere giustizia a mio figlio, non mi arrenderò mai, perché i ragazzi buoni che vogliono godersi la vita ci sono. Qualcosa deve cambiare, per forza. Il dolore è mio e lo custodisco, ringrazio tutte le persone che hanno dimostrato tanta solidarietà nei miei confronti, alcune delle quali non le conosco nemmeno. Ci dobbiamo impegnare tutti, affinché lo Stato ci senta e affinché questi minori paghino per le proprie azioni.
Ci tengo a ringraziare Alex Meret per il gesto che ha fatto poiché mio figlio era un suo fan, essendo portiere, e lo adorava. Ringrazio tutta la SSC Napoli, il portiere dell’Udinese che ci ha mandato la maglia e i tantissimi calciatori che ci hanno manifestato supporto e solidarietà. La cosa più bella è che, senza che noi chiedessimo nulla, ci sono stati gesti dal cuore da parte di tantissime persone. Io non sto chiedendo niente, sto solo portando avanti la mia battaglia e ci sono persone che mi stanno supportando, anche senza conoscermi e senza conoscere Santo.
Per Santo il calcio veniva prima di tutto. Se c’era un evento importante, lui mi diceva che c’era l’allenamento o una partita e che sarebbe venuto dopo. Per lui veniva sempre prima il calcio. Ha iniziato a 4 anni su un campo da calcio, dicendo vicino al Presidente “Io voglio fare il portiere”, ci ha sempre creduto.
Lancio un appello alla città: disarmiamo la città per cambiare i destini. La riabilitazione deve essere fatta dopo, il minore deve essere prima punito con una giusta pena. Solo così possiamo riabilitare i giovani, disarmandoli e facendoli pagare per le proprie azioni. In questo modo portiamo gli altri minori a rifletterci. Se il messaggio che passa è che il minore può agire senza pagare, la città non si disarma mai. È il senso del carcere che deve cambiare.
Scuse della mamma dell’assassino? Non parlo, per questo ci sono i miei avvocati. Si è scusata tramite social, personalmente non mi è arrivato niente. Non posso perdonare mai, non accetto scuse. Cito una frase sarcastica: “Perdona Dio, io non sono Dio, ma sono un essere umano”».