Ultime notizie SSC Napoli - Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista all'edizione oggi in edicola de Il Mattino che vi invitiamo a leggere integralmente. Intanto, noi vi proponiamo alcuni estratti e passaggi significativi:
«Il primo posto, la personalità, il modo con cui il Napoli gioca: quello di Conte è un vero capolavoro. Domenica, dopo il 3-0 con la Fiorentina l'ho chiamato per dirgli: "sei uno dei più bravi di tutti!" Non è semplice arrivare e riuscire a mettere tutte le cose a posto così velocemente. Lui è uno dei pochi capace ogni giorno di migliorare se stesso, gli altri e la società per cui lavora».
Sacchi, è diventato anche lei un contiano?
«Non si può rimanere che colpiti dal modo con cui questo Napoli ha vinto a Firenze ed è arrivato fino in cima al campionato. Ci sono divertimento ed emozioni. Il nostro calcio è sempre stato travolto dall'ignoranza: tutti hanno sempre creduto che sia un gioco individuale e difensivista. Ma non è così: è sport di squadra e offensivo. Si gioca in undici non a caso. E quando vedi le partite di Antonio ti accorgi che tutti quegli undici, attaccano, difendono, aggrediscono, si aiutano, ragionano, hanno delle idee. C'è maestria in questo. E infatti gli ho telefonato per dirgli: "sei stato stupendo".
Non credo di essere mai andato al cinema quando ero allenatore, forse solo per vedere un film di Tinto Brass. Mi sembrava di rubare del tempo prezioso alle cose importanti. Io davo la vita per le mie squadre e Antonio fa lo stesso per le sue. In questo ricorda me».
Nessuno si aspettava che in cinque mesi riportasse in alto il Napoli.
«Si stupisce solo chi non lo conosce. Lui ha costruito una squadra vincente con giocatori che ha scelto uno per uno, come facevo io al Milan. Ai miei tempi, prima di prendere un calciatore, lo facevo seguire per una ventina di giorni. E volevo sapere di lui come si comportava con i compagni e con l'allenatore, l'atteggiamento che aveva con i tifosi. Era qualcosa di fondamentale per me: se nella mia orchestra avevo bisogno di un batterista, non mi potevano certo portare un violinista. Anche se il migliore di tutti».
Conte può vincere lo scudetto?
«Io l'ho vinto al primo anno di Milan. Lui al primo con la Juventus. Antonio sa come si fa ma non è semplice. Per tante cose. Però la strada è quella: senza merito non c'è mai la vittoria. Il suo Napoli cerca sempre di vincere con merito, in un Paese vigliacco, dove tutti per arrivare al successo usano dei tranelli, provano a truffarti».