Daniele Verde fino a pochi mesi fa era uno sconosciuto. Nel giro di pochi mesi ha stregato Rudi Garcia, che gli ha dato la grande opportunità. Adesso è una delle più grandi promesse del calcio italiano e, forse, uno dei più grandi rimpianti per chi non ha creduto in lui. Verde analizza il momento della Roma e parla dell'amore per la società giallorossa nelle pagine del Corriere dello Sport: "La Roma è riuscita a tirarsi fuori dal momento difficile. Ne sono sicuro, a Cesena abbiamo visto la luce. Non vinceremo lo scudetto ma arriveremo secondi. Roma ormai è la mia città: da quando ho compiuto 14 anni sognavo di vivere un periodo così. Mi sono sentito romanista fino nel profondo quest'anno. Già da quando mi chiamarono, nel 2010, capii che i giallorossi erano la miglior società in cui crescere. Qui i giovani hanno spazio e poi c'è un autentico idolo da seguire, un fuoriclasse con una personalità ricchissima. Solo chi non ha la fortuna di giocarci assieme può sostenere che Totti è finito: ha occhi dappertutto, ti trova in qualsiasi punto del campo".
Totti unico modello? "Studio e imito i giocolieri come Cristiano Ronaldo, Neymar, Hazard. Mi affascinano e mi sembra di avere caratteristiche in comune con loro. Ho ancora tante cose da migliorare però. Ad esempio portare il sinistro allo stesso livello del destro o sul colpo di testa". Quanto pesano le pressioni della prima squadra? "Stavo in primavera, mi divertivo da pazzi e segnavo a carrettate. Poi mi hanno convocato per la prima volta in prima squadra e ne sono rimasto sconvolto. Da quel momento ho cercato di dare il mille per mille e continuerò. Garcia? E' un allenatore gradevolissimo. Quando è il momento di scherzare si mette in testa alla fila, ma anche quando bisogna fare sul serio. Con lui non esistono giocatori privilegiati o trascurati, tratta tutti allo stesso modo. Non l'ho mai visto effettuare scelte che non avessero una motivazione".
La partita contro il Napoli è speciale per Verde? "La affronterò con la massima serenità. Non ho rimpianti per non essere stato preso in considerazione. A volte il destino è così. Avevo un provino con la Juventus, ma l'aereo rimase bloccato per neve. Adesso eccomi qui, alla Roma e in Nazionale. Posso lamentarmi? Mia madre ha fatto grandissimi sacrifici per farmi arrivare dove sono ora, mi considerava una speranza per tutta la famiglia: ci ha messo una forza immensa. Mio padre pure mi ha accompagnato ovunque. Per questo prima di comprarmi una Smart i primi soldi li ho mandati alla famiglia. Mio padre è disoccupato, mia madre fa ancora le pulizie. Non ho fretta di rinnovare il contratto da mille euro al mese. Sono uno che vive per il calcio".