Ci fu «una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia indotta in errore da FC Inter». Lo scrivono i pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà milanisti e interisti arrestati due giorni fa nel maxi blitz che ha svelato gli affari illeciti, le violenze, il patto tra le due curve e le pressioni sui club da parte dei capi degli ultras.
La Procura, infatti, fa riferimento alle audizioni, il 15 marzo scorso, in Commissione antimafia del Comune di Milano di due responsabili del club nerazzurro. Dichiarazioni che, sostengono i pm, attestano «ancora una volta la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede».
I legali dell’Inter, poi, si legge ancora, il 30 aprile hanno depositato «una memoria» dove si limitavano «a ripetere» ciò che era stato detto «in sede comunale». Memoria, però, da cui emerge, scrive la Procura, «un dato di interesse: il Presidente della commissione comunale antimafia» con una mail del 28 marzo «ha riferito a FC Internazionale che l’audizione ha “mostrato l’azione positiva di FC Inter”», una cosa smentita «dai fatti» e che «comprova ancora una volta una totale sottovalutazione del fenomeno» anche da parte della Commissione comunale.
Peraltro, fanno notare i pm, l’Inter ha assunto una «duplicità di atteggiamento (uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse, e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio)».