Palanca: "Occhio se dovesse giocare Juan Jesus a Como. Quella frase detta a Roma..."

Le Interviste  
Palanca: Occhio se dovesse giocare Juan Jesus a Como. Quella frase detta a Roma...

Il commento sul Napoli

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimo Palanca, ex calciatore di Napoli e Como. Di seguito, un estratto dell'intervista. 

Serie A sempre più avvincente con l’Inter che ha perso un punto sul Napoli fermato dalla Lazio, nonostante un buon primo tempo. Cosa non ha funzionato per i nerazzurri?

"Secondo me il problema è stato proprio nel primo tempo. Ci sono state molte conclusioni nello specchio della porta e vedere Lautaro fallire certe occasioni non è da lui. Poi, nel secondo tempo, la Juventus si è riorganizzata e ha giocato una grande ripresa. Perciò, credo che la vittoria sia stata meritata. Analizzando il campionato, le prime squadre in classifica non stanno attraversando un grande momento. Il Napoli ha pareggiato, l'Inter ha perso, l'Atalanta fatica a mantenere la continuità. Ma questo potrebbe essere un bene per lo spettacolo. Se qualche squadra riesce a rientrare in corsa, potremmo assistere a un campionato ancora più avvincente".

La classifica si è accorciata, la Juve è a -10 dal Napoli: crede che i bianconeri possano ambire allo scudetto?

"È difficile, perché ci sono troppe squadre davanti. Non è come dover recuperare punti su una sola avversaria. Inoltre, la Juventus ha perso troppi punti nei mesi precedenti, rendendo il recupero complicato. Tuttavia, la Juventus si è rilanciata con il mercato invernale. Tra gli acquisti c’è Kolo Muani che sta facendo la differenza".

Muani che gioca nel suo stesso ruolo. Crede che il francese possa restare in Serie A anche nella prossima stagione?

"Il mercato è imprevedibile, onestamente non si capisce mai nulla. Si dice tutto e il contrario di tutto. Non mi piace molto questo calcio moderno, troppo legato alle dinamiche economiche. Io sono legato a un calcio più passionale, mentre oggi si vedono tante cose che non mi convincono. Per esempio, la sceneggiata di Leao: si è rotolato per terra come se fosse gravemente infortunato, poi, dopo pochi secondi, appena ha visto arrivare la palla, si è rialzato di scatto come un giaguaro. Queste cose fanno male al calcio. Ormai basta un contatto involontario, soprattutto sul viso, perché un giocatore si metta le mani sul volto e urli. Con l’uso del VAR, molti entrano in area cercando il minimo contatto per ottenere un rigore. Questo rovina lo spettacolo".

Crede che il Napoli sia ancora all’altezza di competere per lo scudetto?

"Sicuramente. Il Napoli è una squadra forte e ben organizzata in tutti i reparti. A mio avviso, sarebbe servito qualche rinforzo in difesa, ma sta facendo una grande stagione. Anche il Como sta facendo bene, pur lottando per la salvezza. Ha tanti giovani talentuosi e un allenatore, Cesc Fabregas, con grandi idee. Sono sicuro che si tirerà fuori dalla zona retrocessione e darà fastidio a molte squadre".

Il Como potrebbe essere un ostacolo anche per il Napoli nella corsa scudetto?

"Ci sono ancora tante giornate dopo la sfida tra Como e Napoli, ma il Napoli deve stare attento. Contro squadre giovani e veloci come quella di Fabregas, con giocatori che sanno attaccare gli spazi, può essere difficile. In difesa ci sono elementi più esperti e strutturati fisicamente come Buongiorno e Rrahmani, ma questi ragazzi possono mettere in difficoltà chiunque. Assane Diao e Nico Paz stanno facendo molto bene sotto la guida di Fabregas, sono giocatori molto veloci e imprevedibili. La difesa del Napoli, specie se ci sarà Juan Jesus, dovrà stare molto attenta perché questi ragazzi sono delle vere schegge"

Quando Conte si chiede chi mettere in occasione dell’infortunio di Mazzocchi, che messaggio manda?

"Conte è un grande tecnico e un grande motivatore, ma dovrebbe cercare di coinvolgere più giocatori nel progetto. Il Napoli non può basarsi solo su 12-13 elementi, deve integrare anche gli altri, seppur solo in caso di bisogno. L’importante è creare una struttura tecnica solida, capace di sopperire alle assenze dei titolari, altrimenti continuerà a chiedersi ‘chi metto?’ in caso di necessità". 

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