Napoli-Juve è anche la gara di Pogliana: "La mia figurina era introvabile!", segnò due gol ai bianconeri

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Napoli-Juve è anche la gara di Pogliana: La mia figurina era introvabile!, segnò due gol ai bianconeri

Napoli-Juventus è anche la gara del terzino degli anni Settanta Gigi Pogliana: due gol ai bianconeri e due all'Inter con l'azzurro

Ultime notizie calcio NapoliAveva 22 anni Luigi Pogliana, per gli amici Gigi, quando il Napoli lo acquistò dal Novara. Era l’estate del 1967, avrebbe lasciato il club azzurro dieci anni dopo, al termine di undici stagioni, tutte in serie A, perché finalmente il Napoli aveva trovato, sia pure tra mille difficoltà e continui passaggi di proprietà, una certa stabilità dal punto di vista tecnico.

Napoli-Juve è anche la gara di Gigi Pogliana: 2 gol segnati

L'ha intervistato il Corriere del Mezzogiorno:

«Arrivai lo stesso anno di Dino Zoff, il presidente era Gioacchino Lauro, l’allenatore Bruno Pesaola e in squadra trovai fuoriclasse come Altafini e Sivori, anche se l’argentino purtroppo si era infortunato durante una tournée in Sudamerica e poté giocare soltanto 7 partite. Ma la squadra era ben strutturata e, nonostante i problemi societari, si piazzò al secondo posto, fino ad allora il miglior piazzamento della storia».

Luigi Pogliana

C'era sempre Pogliana in difesa a sinistra, in una rapida ripetizione per i tifosi azzurri che hanno superato i 60 anni e che ricordano bene gli album Panini e le figurine dei calciatori. Fino al 1977, quando ormai Pogliana aveva cominciato a lasciare maggior spazio a La Palma.

«A proposito di figurine, ma lo sa che la mia a Napoli era la più difficile da trovare? – dice divertito Gigi – Un po’ come quella di Pizzaballa, il portiere dell’Atalanta che quando veniva al San Paolo giocava sempre splendide partite».

Insomma, la sua figurina valeva più di quella di Altafini e Sivori, che Pogliana ricorda per un episodio che esalta la grandezza del Cabezon:

«Non era al meglio della condizione, anzi zoppicava quasi. Ma voleva giocare e per la partita al San Paolo con il Cagliari si mise davanti a tutti per entrare in campo e ci disse: non vi preoccupate, la partita la risolvo io. Gli crediamo? Non gli crediamo? Non ricordo la nostra reazione, so solo che davvero quella partita la risolse lui, vincemmo 1-0 con un suo gol, l’unico di quella stagione. Che peccato non poterlo avere al meglio. Poi l’anno successivo lo perdemmo dopo la famosa partita con la Juve, vinta con due reti di Montefusco, in cui Sivori non le mandò a dire al suo ex allenatore Herrera e ci fu la scazzottata tra il mio amico Panzanato e Salvadore. Sivori rimediò sei giornate di squalifica e decise di smettere».

Il suo primo gol lo segna nella vittoriosa trasferta di Bologna, il 26 novembre 1967, decisivo per il 2-1 finale. Ne segnerà altri cinque Gigi nei suoi campionati in azzurro, quattro dei quali suddivisi tra Juventus e Inter, vero castigatore delle grandi. Nella stagione 1970-71, le due reti più importanti.

«Ma purtroppo in quell’anno fu proprio la partita di ritorno a San Siro con l’Inter ad allontanarci dallo scudetto, grazie a quel famoso rigore assegnato da Gonella ai nerazzurri mentre eravamo in vantaggio per 1-0 con gol di Altafini. Segnò Boninsegna, che poi fece il bis su punizione e addio sogni di gloria tra tante polemiche e squalifiche».

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