Murales Maradona, l'artista Jorit: "Bello che la gente abbia nuove case, ma spero che possa essere salvato"
Murales Maradona
« Mi dispiace – commenta lo street artist napoletano, entrato nei libri di storia dell’arte e nei guinness con le sue maxi- opere a sfondo sociale – Quel murale serviva proprio ad accendere i riflettori sul Bronx e a dare voce alle persone che ci vivono. Ma la cosa importante è che ora abbiano case confortevoli in cui vivere».
Numerosi i messaggi arrivati a Jorit: « Di getto, spero si possano mantenere i primi 20 metri sui 500 del Bronx in cui c’è Diego e magari, su ogni piano di quella scala, realizzare studi per artisti emergenti, scuole d’arte per ragazzi di strada e sedi di associazioni e realtà sociali del territorio. Un po’ come a Scampia con la Vela che resterà in piedi. In ogni caso, il grande risultato è che alla gente del Bronx venga data una nuova casa. Diego sarebbe contento di questo: e se accade, è anche un po’ merito suo».
Il cantiere si apre il 2 febbraio con
l’abbattimento dei garage. Per la demolizione dei due edifici - le due “stecche” da 7 piani per 10 scale - c’è tempo: bisognerà prima costruire le nuove palazzine. Uno spiraglio per nuovi murales, c’è. Il progetto del Comune, un investimento da
106 milioni di euro di fondi Pnrr, Pon e Pui, va completato entro il 2026 e prevede negozi, orti urbani e impianti sportivi.
I residenti, intanto, si interrogano sul loro futuro, quanto sui murales. Diego è un emblema del quartiere, lo slargo di Taverna del Ferro è stato ribattezzato “piazzetta Maradona”. Il gruppo che animala piazza con manifestazioni ed eventi, scrive sui social: “ Siamo favorevoli alla riqualificazione di Taverna del Ferro, entusiasti di questa svolta e grati per aver impegnato fondi per il nostro quartiere. Noi chiediamo solo di salvare il Maradona, il nostro murales, diventato un’icona importante e meta di turismo”.
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