Ultime notizie SSC Napoli - Dries Mertens, ex attaccante del Napoli ora al Galatasaray, è intervenuto durante Delietta Gol, in onda su TvLuna e Prima Tivvù, rilasciando alcune dichiarazioni sulla SSC Napoli.
Dries Mertens, ex attaccante del Napoli, parla a Prima Tivvù.
“La toccata e fuga a Napoli? È stato emozionante e bello, ero curioso di rivedere i ragazzi a Castel Volturno, è stata la mia prima volta di nuovo nello spogliatoio: sono state belle emozioni.
Ho rivisto di nuovo tanti compagni di squadra, è stato bello, ho visto un’atmosfera così perchè non stiamo andando come vogliamo ma penso che possono puntare fino alla fine, devono crederci.
Io ho lavorato con mister Calzona e credo molto nella filosofia del suo staff, sono fiducioso.
Gli anni più belli a Napoli? Ogni stagione è stata bellissima, non vedo l’ora di venirci a vivere senza pensare al calcio. Dal primo all’ultimo anno ho visto delle belle cose in azzurro.
Il mancato scudetto del 2018? Fare 90 punti e non vincere non è mai successo in Serie A, certo quello è stato brutto.
Vedere il Napoli vincere lo scudetto è stato bellissimo, uno può andare via e pensare ad un nuovo progetto, ma un occhio ai vecchi compagni lo butta sempre, perchè uno diventa parte di una famiglia. Vedere la tua famiglia vincere così, sapendo quanto significasse per me, per Napoli, per i ragazzi, per Spalletti e tutti gli altri, significa tantissimo. Hanno fatto un anno incredibile ed io ho festeggiato il titolo.
A chi sono rimasto più legato dei miei ex compagni? Parliamo ancora tutti, io sono rimasto in contatto con i vari Reina, Jorginho, Koulibaly, Ghoulam: ne ho ritrovati una dozzina in squadra a Napoli, è stato bello rivedere chi c’è ancora in squadra ed essere rimasti in contatto con chi è andato via.
Dove mi vedo dopo il calcio? Ancora non so, se faccio una cosa mi voglio concentrare al 100% e al Galatasaray mi sto ancora godendo i momenti da calciatore. Non penso ancora al dopo, altrimenti perdo di vista la strada attuale.
Mio figlio con la maglia numero 14 del Napoli ed io dirigente? Gli stava bene (ride, ndr). Lo vedremo sicuramente.
Il cibo a Napoli? Mi sono goduto una pasta al pomodoro con mozzarella in spiaggia clamorosa, scherzando con lui gli ho chiesto i lettini in riva al mare per tutta l’estate (ride, ndr).
Quanto ha influito la città di Napoli nelle mie scelte? Io penso che se un giocatore sia felice in casa, ciò si ripercuote anche in campo: io a Napoli sono stato benissimo, il fatto di voler continuare a vivere nella casa di Posillipo è indicativo.
Volevo vincere io lo scudetto a Napoli? Non ho provato invidia, dopo tanti anni a giocare a Napoli ne diventi tifoso, io so cosa significava vincere lo scudetto. L’avrei voluto, ma ho guardato tutte le partite e mi sono goduto un calcio incredibile.
Perchè sono andato via? Non ce la facevo più, ero diventato più lento in campo (ride, ndr).
Cosa racconto a mio figlio di Napoli? Nulla, la deve vivere (ride, ndr)”