Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’esperto di diritto sportivo l’avvocato Enrico Lubrano. Di seguito le sue parole:
«Caso Osimhen? Il rischio che la Procura Federale possa avviare un procedimento disciplinare e che esso possa concludersi negativamente è molto limitato poiché ci sono tre ragioni fondamentali.
La prima è che c’è una decisione definitiva sul caso Osimhen della Corte Federale D’Appello della FIGC delle sezioni unite datata il 27 maggio 2022 n. 89 che ha prosciolto la società indicando delle motivazioni che sono passate in giudicato poiché non sono state oggetto di impugnazione di fronte al Collegio di Garanzia. C’è un giudicato sportivo che può essere messo in discussione solo in caso di revocazione come previsto dall’articolo 63 del codice di Giustizia Sportiva. In questo caso concreto non ci sono situazioni sopravvenute ritenute estreme.
Dopo il proscioglimento della società per il precedente giudicato sportivo del maggio 2022, la Corte Penale è andata avanti con le indagini giungendo alla richiesta di rinvio a giudizio che non può essere considerata negativa. Io non vedo ragioni per le quali si può chiedere la revocazione del giudicato sportivo.
Nel caso della Juventus c’è stata una revocazione del giudicato sportivo sul caso plusvalenze che ha portato alla sanzione di 10 punti in classifica. Questo è accaduto poiché la Procura Federale ha ricevuto un nuovo fascicolo di 14 mila pagine dalla Procura della Repubblica di Torino che ha determinato la configurazione di una nuova situazione. La Procura Federale, a sua volta, ha accertato che la Juventus aveva tenuto una condotta strutturata sulle plusvalenze per tre anni, cioè in più casi, che ha comportato un risultato complessivo globale.
Nel caso di Osimhen non c’è nulla di strutturato se non una decisione sportiva passata in giudicato. Non ci sono elementi nuovi per poter giustificare una richiesta di revocazione della decisione presa precedentemente dalla Procura Federale. Per queste ragioni considero l’ipotesi di un procedimento disciplinare e di un rischio di una condanna limitato ma il diritto è una scienza inesatta e tutto è opinabile quindi vi avverto che tutto può succedere.
Penalizzazione? Se si avviasse un procedimento disciplinare che si concluda almeno in primo grado prima del 30 giugno di quest’anno allora la penalizzazione ricadrebbe su questa stagione. Il caso della Juventus ha determinato la sanzione di 10 punti ma il caso del Napoli è totalmente diverso poiché in questo caso si tratta di una condotta unitaria articolata in maniera strutturata, ovvero si tratta di plusvalenze strutturate.
Non vedo che ci possano essere delle ragioni che possano determinare la revoca della decisione presa dal Procura Federale. I fatti sono quelli e sono stati accertati, ovvero c’è stato il trasferimento di 70 milioni di cui 20 milioni con riferimento a tre ragazzi giovani. Quei 20 milioni sono stati ritenuti giustificati, ragionevole e proporzionali da parte della Corte Federale D’Appello con il proscioglimento. Il fatto che le testimonianze dei tre ragazzi possano arrivare a riconfigurare quei valori tanto da portare a ricostituire un fatto nuovo è un estremo ma tutto può succedere.
L’iter teorico su cui procedere potrebbe essere una valutazione degli estremi di revocazione da parte della Procura Federale e comunicazione alla società Napoli dell’avviso della conclusione delle indagini che hanno un termine di dieci giorni per memoria difensiva, memoria di audizione, decisione della Procura Federale per archiviazione e deferimento e se fosse per deferimento ci sarà un giudizio bis di fronte direttamente alla Corte Federale D’Appello poiché la revocazione deve essere fatta di fronte allo stesso giudice in appello federale. Se dovesse partire questo procedimento, a quel punto lo si dovrà concludere con estrema rapidità.
Chiusura settori? È impossibile fare ricorso contro i provvedimenti della Prefettura o del Tar locale. Ci sono stati dei precedenti positivi come nel caso della Roma in occasione della partita tra Udinese-Roma o nel caso del Cagliari per Empoli-Cagliari. Il tema è di verificare se la misura è sproporzionata, ovvero se i tifosi hanno manifestato di essere veramente pericolosi allora il divieto di trasferta è una misura proporzionata. Se questo presupposto non esiste, allora la misura è sproporzionata e il ricorso viene accolto. Ci sono stati dei precedenti dove il presupposto di pericolosità dei tifosi non c’era ma bisogna vedere caso per caso»