LâAvv. Erich Grimaldi, noto cassazionista del foro di Napoli, da sempre a tutela dei diritti e delle libertà , ritiene questi provvedimenti unâaberrazione giuridica: âCon queste decisioni, si legittima la soppressione sistematica dei diritti fondamentali. Se oggi tocca ai tifosi, domani toccherà a chiunque altro.â
E aggiunge:
âUn abominio giuridico si sta consumando nel silenzio delle istituzioni, con lâavallo della giustizia amministrativa.Â
Il TAR Sicilia ha rigettato il ricorso di alcuni tifosi del Mantova, affermando addirittura che il divieto di trasferta non incide su diritti fondamentali, ma su un mero interesse ricreativo. Una motivazione pericolosa, infondata e giuridicamente inaccettabile, che rischia di legittimare unâescalation di repressione indiscriminata nel calcio italianoâ.
âà necessario denunciare con fermezza le gravi falle giuridiche di questo sistema.
La libertà di circolazione non è unâopzione, ma un diritto costituzionalmente tutelato come dispone lâarticolo 16 che garantisce la libertà di movimento dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Un divieto generalizzato che colpisce unâintera categoria di persone (in Lazio/Napoli i residenti in Campania) non è una misura di sicurezza, ma una discriminazione su base territoriale.
I provvedimenti non colpiscono chi è responsabile di eventuali disordini, ma unâintera comunità , senza alcuna distinzione tra chi ha un passato di DASPO e chi ha sempre seguito la propria squadra pacificamente. Questa è una punizione collettiva che in uno Stato di diritto non può esistereâ.
âIl principio di proporzionalità , che dovrebbe guidare ogni decisione amministrativa, è completamente ignorato.Â
Dove sono le prove che giustificano questi divieti? Quali fatti concreti sostengono la tesi della pericolosità di tutti i tifosi campani?
Questi provvedimenti non sono misure cautelative, ma atti di repressione preventiva.Â
Se il criterio fosse la sicurezza, lo stesso principio dovrebbe valere per tutte le tifoserie, e invece, il divieto viene applicato in modo mirato e reiterato sempre e solo contro alcune categorie di tifosi, come quelli del Napoliâ.
âIl vero scandalo, però, è la tempistica con cui vengono adottati queste ordinanze. Le autorità aspettano gli ultimi giorni prima della partita per emanare il provvedimento, peraltro non reperibile sui siti istituzionali, rendendo quasi impossibile unâazione legale tempestiva comprimendo il diritto di difesa dei tifosi.
I tempi ridotti, inoltre, consentono al massimo il ricorso al TAR, ma impediscono di impugnare questi decreti cautelari davanti al Consiglio di Stato prima che la partita venga disputata.
Un escamotage vergognoso, che riduce la giustizia amministrativa a un simulacro di legalità , dove i diritti esistono solo sulla carta e la difesa è resa impossibile dalla burocraziaâ.
âIl TAR Sicilia, peraltro, apre una falla giuridica enorme.
Definire un divieto di trasferta un âmero interesse ricreativo, la cui lamentata compressione potrebbe anche essere smorzata attraverso il ricorso a dispositivi che consentono di seguire da remoto lâevento sportivoâ significa sottovalutare lâimportanza sociale, culturale ed economica del calcio. Il diritto a partecipare a un evento pubblico non è una concessione, ma una libertà garantita dallâordinamento giuridicoâ.
âSe oggi si accetta che un cittadino possa essere escluso dalla possibilità di spostarsi e partecipare a eventi pubblici solo per la sua residenza, allora domani lo stesso principio potrà essere applicato a qualsiasi altra categoria sociale, con il pretesto dellâordine pubblico.
Di fronte a questa deriva repressiva e giuridicamente aberrante, siamo pronti a intraprendere tutte le azioni legali necessarie. Se le autorità continueranno a emanare decreti allâultimo minuto,
nonché negare ai cittadini il tempo necessario per ricorrere in giudizio,
nonché calpestare il diritto di circolazione con provvedimenti generici e discriminatori, sarà necessario un intervento in ogni sede opportuna per la tutela dei diritti e delle libertà garantiti dalla nostra carta costituzionale.
Questa non è tutela della sicurezza, è abuso di potere. E non resteremo a guardareâ.
Avv. Erich Grimaldi