La vita di eccessi di Armero: dalle bastonate della moglie per le prostitute, alle notti da sonnambulo con Zuniga

Le Interviste fonte : goal.com
La vita di eccessi di Armero: dalle bastonate della moglie per le prostitute, alle notti da sonnambulo con Zuniga

La vita e i retroscena di Armero, bastonate della moglie per le prostitute

Napoli - Pablo Armero si è fatto notare più per le sue bravate che per le imprese in campo: il sonnambulismo, le prostitute e l'alcoltest nel suo 'curriculum'.
Quando arrivò in Italia dal Palmeiras nel 2010, il suo soprannome era 'Roberto Carlos nero': basta poco per capire quante fossero le aspettative su Pablo Armero, vera e propria freccia nel corso della prima esperienza all'Udinese che lo consacrò come uno degli esterni più interessanti d'Europa.

Peccato, però, che col passare del tempo furono i comportamenti bizzarri a prendersi la scena, annullando completamente le prospettive di una carriera che avrebbe potuto regalargli grosse soddisfazioni: su tutte, quella che strappò più di un sorriso risale a quando vestiva la maglia del Flamengo.

Allora Armero era già in fase calante e di lui si parlava solo per le sue 'imprese' al di fuori del rettangolo verde che gli hanno procurato l'etichetta di 'sfasciaspogliatoio': e forse anche di 'sfasciafamiglie' a giudicare da questa avventura extraconiugale.

Un letto, Armero e due prostitute: è questa la scena che Maria Bazan, moglie del colombiano, si trova davanti agli occhi al rientro - forse anticipato - nella sua abitazione. Uno spettacolo pessimo e non digeribile, un'offesa in piena regola o, se volete, tradimento.

E' a quel punto che in lady Armero scatta la scintilla di una rabbia esplosiva che la porta a utilizzare le maniere forti: con un bastone inizia a colpire il malcapitato giocatore, che qualche giorno più tardi smentirà l'aggressione subita. Su questo restano molti dubbi, giustificati dalle urla isteriche ascoltate limpidamente dai vicini di casa.

E pensare che Armero in quel periodo era considerato infortunato, e dunque non utilizzabile durante le partite: non abbastanza per concedersi, evidentemente, un dolce regalo sotto le coperte.

La fama negativa che l'ex Napoli e Milan si trascina da anni è stata amplificata anche dall'arresto avvenuto negli USA nel 2016: colpa, stavolta, di una presunta violenza commessa ai danni della consorte, suo malgrado ancora protagonista degli eccessi del marito. Armero esce di prigione grazie al pagamento dei 1500 dollari fissati per la cauzione, non senza prima respingere le pesanti accuse.

"Grazie a Dio la mia famiglia e tutti quelli che mi conoscono sanno che tipo di persona sono. Alla fine è tutto tornato alla normalità, quello che si diceva su di me non era vero. Sono un uomo di fede e non la persona che hanno dipinto".

Sarà stata proprio la fede a salvarlo da una morte pressoché certa una notte durante un ritiro: il sonnambulismo rischiò di mettere fine alla sua vita, come da lui stesso raccontato nei minimi dettagli.

"Sono sonnambulo e i sogni che faccio sono molto reali. Una volta mi sono alzato e ho visto qualcuno entrare dalla finestra. L'ho visto prendere il portafoglio di Camilo (Zuniga, ndr), quindi a quel punto mi sono messo a urlare e ho visto quella persona saltare dal balcone, così l'ho seguito: se non fosse che d'inverno dormo nudo, mi sarei sicuramente ammazzato".

Nel 'curriculum' di Armero anche uno scontro con la polizia per un alcoltest, minimizzato dal diretto interessato con giustificazioni non proprio concrete.

"Era un normale controllo, non capisco perché dovevano registrarmi. Ho detto a loro di farmi il test e non l'hanno fatto, poi hanno detto che sono scappato. Un poliziotto ha il diritto di fermarmi, ma non c'era bisogno che ci fosse tutta quella gente per registrarmi. Mi fermarono sulla strada per Pance, una via a senso unico, così chiesi di fare il test in seguito, ad una stazione di polizia, per evitare incidenti. Ho notato che c'era l'intenzione di filmare il test e renderlo pubblico e questo non mi ha dato fiducia".

Oggi Armero è uno svincolato, senza squadra da ormai quasi un anno dopo aver indossato la maglia del Guarani in Brasile: sembrano passati secoli da quando impressionava gli osservatori di mezza Europa con i suoi scatti brucianti, nulla a che vedere con gli eccessi che si è concesso in una vita vissuta a mille all'ora.

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