Sabato a Scampia la festa di compleanno per Ciro Esposito: avrebbe compiuto 40 anni il tifoso del Napoli ucciso a Roma nel 2014. Oggi il quotidiano Il Mattino ha intervistato sua madre Antonella Leardi, fondatrice dell'associazione "Ciro Vive", creata per diffondere un messaggio contro la violenza nel mondo del calcio:
Sul compleanno: "Le feste per i compleanni di Ciro erano bellissime, piene di allegria, parenti e amici: ne venivano almeno duecento ogni anno e saranno molti di più stavolta".
Ricordando la tanta attenzione mediatica ricevuta all'epoca dei fatti: "Un fuoco di paglia quelle attenzioni. Con il passare del tempo sono rimasta da sola. Ma sono credente: ricordo quelle settimane e ancora ringrazio chi ha dedicato un solo giorno a Ciro".
Sui tifosi della Roma e i cori offensivi: "Di loro non mi curo, non valgono niente. Purtroppo ci sono anche napoletani che non hanno compreso il sacrificio di mio figlio".
Parlando di Daniele De Santis, l'uomo che sparò e uccise suo figlio: "Mi chiamò una giornalista per riferirmi che quell'uomo diceva di pensare ogni notte a Ciro... Ma continuava a dire che lui era stato aggredito. Mi arrabbiai perché non si era pentito e non raccontava la verità di quel pomeriggio".
Intanto a Napoli si muore sempre più spesso per armi da fuoco: "Perché è l'uomo che è malvagio. Morire per una partita di calcio o per aver calpestato un paio di scarpe griffate: questa è follia. Ragazzi di 16-17 anni che non sono uomini ma bambini: io ho una nipote di 21 anni e la chiamo ancora nennella... Nel profondo del cuore di certe persone dovrebbe accendersi la luce divina. Troppa violenza in giro, io sono nonna e controllando i cellulari dei miei nipoti vedo di tutto".
La fede ha sorretto Antonella in questi dieci anni: "Mi dà una grande forza. Ma quando metto i piedi a terra non posso più abbracciare mio figlio".