L'ex azzurro Di Vicino: "Sento tante chiacchiere sul futuro di Conte. Cosa penso di Lucca e Comuzzo per il Napoli"

Le Interviste  
L'ex azzurro Di Vicino: Sento tante chiacchiere sul futuro di Conte. Cosa penso di Lucca e Comuzzo per il Napoli

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giorgio Di Vicino, ex vice allenatore Napoli Primavera ed ex calciatore di Napoli e Lecce. Di seguito, un estratto dell’intervista. 
L'Inter approda meritatamente ai quarti di finale di Champions League, dove incontrerà il Bayern Monaco. Crede che la squadra di Simone Inzaghi abbia davvero la possibilità di arrivare fino in fondo alla competizione? 
"Sì, sicuramente. Stiamo parlando di una squadra con un organico di altissimo livello, quindi ha tutte le carte in regola per arrivare in fondo. Ovviamente, più si va avanti, più diventa difficile perché si incontrano le squadre più forti. Sarà un percorso complicato." 
La Champions potrebbe togliere energie ai nerazzurri in campionato? Domenica, ad esempio, c'è una sfida importantissima in casa dell'Atalanta, che vale un pezzo di Scudetto. 
"Sì, sicuramente toglierà energie, perché le partite in settimana saranno tante e molto impegnative, con viaggi e trasferte complicate. Quando affronti squadre come Atalanta e Milan, il dispendio energetico è inevitabile. Però l'Inter ha un organico molto ampio e può dire la sua sia in Champions che in campionato." 
In Atalanta-Inter, quale sarebbe il risultato migliore per il Napoli? 
"La vittoria del Napoli! Ma, al di là di questo, è importante che la squadra pensi solo a se stessa e faccia il massimo dei punti possibili. Poi si vedrà, ci sono ancora tante partite da giocare, non è ancora tempo di guardare i risultati delle altre, ma solo di concentrarsi sul proprio percorso. È fondamentale fare più punti possibile e poi vedere cosa succede. Come dicevo, ci sono ancora scontri diretti, il Napoli dovrà affrontare il Milan e altre gare dure, quindi è meglio pensare a se stessi." 
Giacomo Raspadori sta vivendo un ottimo momento di forma. Sembra aver trovato la sua dimensione con Antonio Conte. Ci voleva lui per risolvere il cosiddetto 'equivoco tattico' che lo riguardava? 
"Sì, sta attraversando un grande periodo di forma e sta dimostrando di essere un giocatore di qualità. Aveva bisogno di giocare con continuità e di sentire fiducia. Ora lo sta ripagando sul campo. Speriamo che col rientro di Neres continui ad avere lo spazio che merita per dimostrare il suo valore.” 
La domanda non è casuale, perché lei e Raspadori avete qualche similitudine: entrambi trequartisti, di statura simile e qualità tecniche indiscutibili. Forse, nel suo caso, è mancato un allenatore come Conte che puntasse forte su di lei? 
"Sì, effettivamente mi rivedo in alcune caratteristiche di Raspadori. Lui, però, è un campione, un giocatore di altissimo livello. Per me è un onore anche solo essere accostato a lui." 
Lei ha lavorato con molti giovani. Atalanta e Fiorentina sembrano essere le uniche squadre in grado di sfornare talenti italiani per Spalletti. È d'accordo? 
"Purtroppo sì. Il problema è che in Italia ci sono troppi stranieri e si dà poco spazio ai giovani italiani. I talenti ci sono, ma non vengono valorizzati. Bisogna credere in loro, dargli fiducia e aspettarli. Purtroppo, facciamo fatica sotto questo aspetto." 
Lei è stato vice della Primavera del Napoli. Perché in Italia la soglia dell'età dei 'giovani' è più alta rispetto al resto d’Europa? 
"Perché abbiamo poca pazienza. Se un ragazzo sbaglia, spesso lo si esclude invece di dargli una nuova opportunità. C'è troppa paura del giudizio affrettato. Invece, bisognerebbe insistere e farlo crescere." 
Le faccio due esempi: Lorenzo Lucca, attaccante dell’Udinese, viene ancora considerato un giovane nonostante abbia 24 anni. Che ne pensa? 
"Non è più un giovane. Se guardiamo altrove, il Barcellona ha in rosa ragazzi del 2007-2008 che giocano titolari in Champions League. Detto questo, Lucca è un buon attaccante e lo sta dimostrando. Sta crescendo e migliorando. Non so, però, se potrebbe essere pronto per il Napoli: è una piazza molto esigente. Però, come dicevo prima, se si crede in un giocatore e gli si dà tempo, può fare il salto di qualità. Quindi, perché no?"
L'altro giovane di cui volevo parlarle è Pietro Comuzzo, difensore della Fiorentina. La Viola, lo scorso gennaio, ha chiesto al Napoli 40 milioni di euro per lui. Secondo lei, è una cifra adeguata? 
"È un buon giocatore, ma deve ancora dimostrare tanto. Oggi si sparano cifre altissime per giovani che non hanno ancora fatto nulla di concreto. 40-50 milioni mi sembrano eccessivi. Forse si segue troppo il trend del mercato, piuttosto che le reali qualità dei giocatori. Oggi si creano tante voci e si esagerano le valutazioni. Spesso vengono messe in giro notizie allucinanti." 
Quali saranno le insidie per la squadra di Antonio Conte nella sfida di domenica contro il Venezia? 
"Sarà una partita molto difficile. Il Venezia ha bisogno di punti per salvarsi e giocherà con il coltello tra i denti. Bisognerà essere concentrati, cinici e sfruttare tutte le occasioni." 
Quante panchine cambieranno tra le big di Serie A a fine stagione? 
"Bella domanda. Si parla già di un possibile addio di Conte, ma sono tutte chiacchiere, voci allucinanti come quelle a cui facevo riferimento prima. Dipenderà da come finirà la stagione, sia in campionato che in Champions. Anche la Juventus potrebbe cambiare allenatore. Credo che ci saranno movimenti importanti per il prossimo anno." 
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