Juan Jesus: "Nel Barça un 2007, ha l'età di mia figlia. Da noi i più giovani non hanno capito l'importanza della partita. Le critiche? Non ci penso" | VIDEO

Le Interviste  
Juan Jesus: Nel Barça un 2007, ha l'età di mia figlia. Da noi i più giovani non hanno capito l'importanza della partita. Le critiche? Non ci penso | VIDEO

Le dichiarazioni di Juan Jesus dopo Barcellona Napoli 3-1

Le dichiarazioni di Juan Jesus nel post-partita di Barcellona Napoli 3-1.

"Certo fa male. Fa male uscire da una competizione in cui potevamo andare ancora avanti. Peccato per i primi minuti in cui abbiamo subito la pressione e il gioco del Barça. Questo ci dà esperienza, ci fa capire che in Champions se sbagli anche di pochissimo lo paghi. I ragazzi sono dispiaciuti, lo sono anche io, ma adesso c'è da andare avanti il meglio possibile in campionato.

La Champions è un'altra atmosfera, se non entri con la testa giusta ti fai male. Essendo i ragazzi tutti giovani forse non hanno capito l'importanza e la difficoltà della competizione e della partita. Serve per fare esperienza, anche per cambiare atteggiamento nel finale di stagione. La matematica ancora ci permette di qualificarci in Champions League e ci proveremo fino alla fine per il quarto posto. Non possiamo pensare alle ipotesi di qualificazione al quinto posto sperando nelle italiane in Europa.

Non dico che siamo stati in balia del Barça. Noi non abbiamo capito l'importanza e la difficoltà della gara. In queste gare ci sono altri ritmi, il Barcellona ha fatto una grande gara, abbiamo subito que 5 minuti ma dopo abbiamo fatto 2-1 e potevamo anche pareggiarla con Lindstrom e Olivera. Abbiamo fatto una buona partita.

Il nostro obiettivo è entrare in Champions League l'anno prossimo, dobbiamo fare più punti possibili nelle prossime partite negli scontri diretti con Bologna e Atalanta. Oggi abbiamo fatto quello che il mister ci ha detto in allenamento, ce la siamo giocata anche rischiando, perché in Champions se non rischi allora è meglio non scendere in campo.

Le critiche? Fanno parte del lavoro, io comunque penso che nella vita ci sono problemi più gravi. Se la gente mi insulta o dice qualcosa di troppo, io ho abbastanza esperienza da non ascoltarli e fare il mio lavoro. Io posso sbagliare, sbagliano tutti, ma sono consapevole degli errori e delle cose buone che faccio. Io non ascolto né le critiche né i complimenti. Mantengo sempre i piedi per terra perché il calcio è fatto così, i tifosi possono dire ciò che vogliono, io penso a fare del mio meglio, a sudare la maglia e a giocare per i miei compagni.

Il giovani del Barcellona? Sono bravissimi, qui sono abituati a giocare partite così. In Italia abbiamo ancora dinamiche diverse. Oggi in campo c'era un giocatore 2007, un anno più piccolo di mia figlia. Mi spaventa pure...(ride ndr). Spero che anche noi possiamo prendere qualche ragazzo dalla Primavera per farlo giocare con noi.

Ci sta sbagliare un passaggio, sbagliare un tempo di gioco. Quando le squadre si allungono poi diventa tutto più difficile. Abbiamo avuto delle difficoltà, d'altronde giocavamo contro il Barcellona, ma anche loro hanno avuto difficoltà.

Il rigore di Osimhen? L'abbiamo visto. Non possiamo giudicare. Purtroppo l'arbitro ha deciso di valutare così.

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