Lubrano: "Caso Carassai? Penalizzazione possibile per l’Inter. Le ipotesi sulla responsabilità oggettiva e diretta"

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Lubrano: Caso Carassai? Penalizzazione possibile per l’Inter. Le ipotesi sulla responsabilità oggettiva e diretta

Ultime calcio Napoli l'avvocato Lubrano parla della possibile penalizzazione dell'Inter

Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’avvocato Enrico Lubrano, grande esperto di diritto sportivo. Di seguito le sue parole riportate nel comunicato stampa:

L'avvoca Lubrano parla della possibile penalizzazione dell'Inter

«Il concetto di blasfemia è applicabile per tutte le religioni del mondo poiché, vivendo in un contesto internazionale il nostro è un campionato internazionale, vige un principio di uguaglianza per cui l’uno vale l’altra altrimenti sarebbe un principio discriminatorio. Io non sono favorevole all'abolizione dell’articolo 37 del codice di Giustizia sportiva poiché lo ritengo un principio ragionevole e corretto. La squalifica di Lautaro dipenderà eventualmente dalle tempistiche della Giustizia sportiva. In base ai principi di efficienza e di risultato la giustizia dovrebbe essere celere e immediata quindi le decisioni dovrebbero essere assunte con immediatezza.

Napoli e Genoa penalizzati? Non è un tema di regolamento ma di tempistiche nell’applicazione della regola. Il principio di efficienza vale per qualsiasi amministrazione e organizzazione calcistica e impone la massima efficienza in tutte le cose. La celerità è un principio centrale nella giustizia sportiva. Ricorso Genoa? Per presentare ricorso per l'omologazione del risultato, ci vogliono più tempi stretti.

Situazione Carassai? C’è un tema molto importante che deve essere valutato ed è quello che riguarda il concetto di responsabilità oggettiva per l’Inter. Le considerazioni che si devono fare per procedere ad eventuali sanzioni disciplinari sono sulla posizione che aveva questo personaggio all’interno della dirigenza nerazzurra e le responsabilità della stessa sull’operato di Carassai. Innanzitutto, il dato di fatto è che Carassai è stato per 3 anni e mezzo allo stesso tempo con un ruolo apicale in Microgame, società operatrice nel settore del gaming, cioè del gioco d'azzardo e consigliere dell’amministrazione dell’Inter. C’è una disciplina che è contenuta nel codice di giustizia sportiva, cioè la totale incompatibilità tra calcio e scommesse. Se qualsiasi dirigente o tesserato operante nel calcio commette anche una solo scommessa, la sanzione minima è di 36 mesi accettando anche in via indiretta scommesse che riguardano il calcio. Il Presidente di una società di gaming sta accettando tramite la propria società delle scommesse di calcio e non lo sta facendo una tantum ma in maniera ultra strutturata poiché è il suo lavoro centrale.

Essendo il Presidente di una società rappresentante legale della stesse ed essendo il consigliere d’amministrazione un dirigente a tutti gli effetti, quindi non essendo un delegato operativo, l’Inter può rispondere solo per responsabilità oggettiva e non per responsabilità diretta, quindi è una responsabilità diretta. Le società sono responsabili oggettivamente del comportamento dei propri tesserati e dei dirigenti e in via diretta solo dei propri legali rappresentanti. Carassai dovrebbe essere sottoposto ad un procedimento disciplinare e sanzionato per almeno 3 anni di squalifica. Qui c’è anche un profilo oggettivo di consistenze e di rilevanza per via della durata di tempo in cui è stato in carico. Per quello che riguarda la sanzione alla persona non c’è dubbio, è quello il procedimento. Per la società le prospettive sono diverse per via di come la Giustizia Sportiva decida di procedere. C’è sicuramente un profilo di responsabilità oggettiva. Così come è successo per Moggi, non conta il tuo ruolo nel momento in cui è stato posto il giudizio, ma conta il tuo ruolo nel momento hai svolto la tua attività.

Dobbiamo partire da un'ipotesi minima di responsabilità oggettiva e poi ci si dovrebbe interrogare su ipotesi di responsabilità diretta derivante dal comportamento dei legali rappresentanti della società. Ci sono due situazione in cui ci si chiede se fosse mai possibile che la società non sapesse cosa faceva di lavoro il proprio consigliere d’amministrazione quindi il principio di negligenza della società. Il terzo profilo è l'articolo 24 prevede all’ultimo comma un obbligo di denuncia. Se questa situazione è stata denunciata da un programma televisivo, tu non puoi denunciare questa situazione. Si vede valutare il principio base della proporzionalità in cui devi dare una sanzione che sia proporzionata alla condotta che va giudicata nell’ambito dell’articolo 24. Se ci si limita alla sola responsabilità oggettiva allora le sanzioni sono contenuti. Se ci fosse un tema di responsabilità diretta allora si potrebbe procedere ad una sanzione che potrebbe prevedere anche la revoca del titolo conseguito l’anno scorso dall’Inter. La penalizzazione andrebbe comunque scontata nel campionato scorso perché parliamo di fatti emersi recentemente.

Ammenda? Nel caso di responsabilità oggettiva può cavarsela così, nel caso di responsabilità diretta no».

Giuseppe Marotta
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