Notizie Napoli calcio. Lorenzo Insigne, ex capitano del Napoli oggi al Toronto, ha rilasciato ai microfoni di Radio Serie A un'intervista esclusiva in cui ha ripercorso la sua carriera in maglia partenopea.
Queste le parole di Insigne che si racconta a 360°:
Visita al murales di Maradona? Ha fatto la storia del Napoli, ci tenevo tantissimo ed ho portato i miei figli al murales ed è stato emozionante. Diego è stato il calciatore più forte di tutti i tempi e da napoletano andare a fare un saluto a lui è un qualcosa di speciale".
Pensare alla mia infanzia a Frattamaggiore: "Il mio sogno è sempre stato quello di indossare la maglia del Napoli, non capita tutti i giorni trasformare i sogni in realtà. Io ci sono riuscito con i sacrifici della mia famiglia, se ripenso al passato ho tante emozioni come l'esordio ed il primo gol in Champions. Me le sono godute tutte".
Zeman a Foggia e Pescara? Il mister è come lo vedete, una persona molto simpatica perchè con noi rideva e scherzava. Poi quando si doveva lavorare si lavorava, sicuramente allenamenti molto intensi (ride, ndr). La prima settimana tornavi in camera distrutto e non riuscivi a camminare, ma sono allenamenti che a me sono serviti tantissimo per il futuro anche con la maglia del Napoli".
Su Mazzarri: "Prima di andare a Foggia ho fatto l'esordio contro il Livorno in Serie A, ero molto in ansia perchè la palla non usciva mai per farmi entrare. Poi sono andato alla Cavese in prestito, per poi incontrare Zeman. Dopo tornai a Napoli ed ebbi un colloquio con Mazzarri che mi disse che doveva scegliere tra me ed un altro giocatore, io mi misi sotto e lui scelse me".
Primo gol? Era un Napoli Parma, un assist di Pandev ed ero al limite del fuorigioco, per fortuna non c'era il Var (ride, ndr). E' stata una gioia incontenibile".
Su Benitez: "Ha portato tanta esperienza, ha vinto tanti trofei e a Napoli ha portato grandi giocatori come Higuain, Callejon e Albiol con cui abbiamo vissuto anni importanti e sono stati determinanti. Poi sono dei ragazzi fantastici".
Su Higuain poi aggiunge: "Giocare con Higuain era bellissimo perché lui rende tutto più facile, è fisico, ma riesce a venirti incontro a giocare bene con i piedi. Giocare con lui è stato straordinario. La finale di Coppa Italia 2014 per me è stato emozionante per la doppietta e la prima vittoria di un trofeo con il Napoli, peccato che non abbiamo potuto festeggiare per la tragedia che era avvenuta prima del match all'Olimpico".
Sull’infortunio al crociato: “È stata difficile, perché ero anche giovane, ma ho fatto un recupero lampo di quattro mesi grazie anche allo staff del Napoli che ha fatto un lavoro straordinario. Anche se fisicamente sono stato bene in ritiro con mister Sarri. Con lui abbiamo giocato un calcio spettacolare, che avrebbe meritato di alzare il trofeo alla fine”.
Su Sarri e l'intuizione di Mertens: "Con lui abbiamo giocato un calcio spettacolare, che avrebbe meritato di alzare il trofeo alla fine. Il mister al primo impatto sembra duro di carattere, ma poi con lui abbiamo costruito un bel rapporto e una qualcosa di straordinario. Entrare nella sua idea di calcio non è stata semplice, ma con lui anni importanti. Spero torni presto nel calcio, perché c'è bisogno di lui. Se a Sarri non dai tempo non riesce a far entrare nel suo calcio.
Con Mertens ebbe un'intuizione straordinaria. Quell'anno andò via Higuain che era perfetto per quel calcio, poi arrivò Milik che si ruppe due volte il crociato e lui si inventò Mertens centravanti che è stato straordinario nel rendere in quel modo.
Il taglio di Callejon sul secondo palo era automatico, io sapevo sempre che mettendola lì sarebbe arrivato lui, lo faceva alla perfezione".
Sul tiraggiro: "Non l'ho inventato io, ma l'ho preso da Del Piero, io sono stato bravo a riuscire a renderlo anche mio. Su questo sono stato spesso incompreso, nel senso che io non ho mai tifato Juve, ho sempre tifato Napoli e sono cresciuto con Maradona".
Su Ancelotti: "Ancelotti? Quando è andato via sono stato incolpato io per aver mandato via. Conoscendo De Laurentiis non posso esser mai stato io a mettere pressione su di lui. Il mister lavorava dalle sette di mattina, con lui mi sono trovato benissimo e mi sento ancora con lui, ma qualcosa non ha funzionato, e gli allenatori sono sempre quelli che pagano. Né io che i miei compagni lo abbiamo mandato via da Napoli, a volte ci sono delle annate che non vanno. Poi la sua carriera parla per lui, sta facendo grandi cose con il Real Madrid. Se a Sarri non dai tempo non riesce a far entrare nel suo calcio".
Su Gattuso: "Gattuso è arrivato in un momento difficile, ma anche con lui ho avuto un grandissimo rapporto e mi sento quasi tutti giorni. Lui è arrivato in un momento difficile, ma è riuscito a tirare fuori da noi diverse cose e si è visto nella finale di Coppa Italia, poi era un periodo difficile. Anche lui ha belle idee, un grande staff e spero possa tornare in un grande club magari in Italia. Anche lui ha un carattere ruvido, ma poi è un buono".
Su Raul Albiol e il primo anno di Spalletti: "Raul Albiol è molto sottovalutato, è veramente forte. Il primo anno di Spalletti è stato un anno di transizione ed io da capitano ho cercato di fare il collante tra i nuovi giocatori e il vecchio gruppo, non abbiamo vinto, ma abbiamo fatto bene".
Sull'Europeo: "L'Europeo vinto è stato un sogno, e forse è stato meglio averlo rimandato perché il gruppo si è costruito e unito meglio. Poi c'era Vialli che ricordo sempre con affetto. Mi emoziono ancora parlando dell'Europeo, siamo stati sul tetto con la vittoria, poi siamo caduto non partecipando ai Mondiali. Ci siamo goduti poco quella straordinaria vittoria, perché poi c'è stato il capitolo successivo che è stata una parentesi negativa".
Sullo scudetto del Napoli e il suo rapporto con i tifosi: "Il merito dello scudetto va dato ai giocatori che lo hanno vinto, a mister Spalletti che ha costruito un gruppo straordinario, noi che siamo andati via non abbiamo fatto nulla. Io l'ho vissuto da tifoso e anche se non ci credono, non ho invidia per quella vittoria. Mi dispiace non aver festeggiato lì, ma anche qui in Canada con i miei figli abbiamo festeggiato.
Tutti i tifosi quando le cose non vanne bene criticano. In undici anni che ho giocato a Napoli ho avuto un grande rapporto con i tifosi. Io, logicamente, essendo capitano avevo delle responsabilità in più. Il tifoso del Napoli quando vede che in campo si suda la maglia anche la sconfitta viene accettata. Mi dispiace la delusione dell'anno scorso, ma nel calcio d'oggi è difficile ripetersi nella vittoria. Poi l'anno scorso sono cambiati tanti allenatori, ma ora il Napoli sta facendo molto bene".
Sulla considerazione che ha in Europa: "Io non penso di non essere considerato, perché si parla ancora molto spesso di me, significa che ho lasciato un'impronta importante nel calcio europeo".